Stefano Soban e Sara Wilma Milani avevano partecipato alla seconda edizione del programma ed erano convolati a nozze nel novembre del 2016. Dopo pochi mesi però avevano provato a separarsi: da lì l’inizio dell’incubo.
Ancora oggi i due, dopo essersi rivolti al tribunale di Pavia, non riescono a dirsi addio perché per il giudice quel matrimonio, sebbene celebrato secondo il copione di un reality, è pienamente valido.
Soban, 41 anni, e la Milani, 39, per entrare nel programma avevano firmato un contratto con una penale di 100mila euro in caso di abbandono. La produzione, dall’altro canto, dava anche la possibilità di avviare l’iter della separazione consensuale entro sei mesi dalle nozze pagando interamente le spese di avvocati e tribunali.
Non funzionando il matrimonio tra i due, la sposa si era recata nel suo comune, Abbiategrasso, scoprendo però che la data e il luogo del matrimonio erano sbagliati.
Dunque il funzionario non aveva permesso di avviare le pratiche per la separazione. Così la coppia, lui titolare di una gelateria ad Alessandria e lei cantante, aveva deciso di rivolgersi al tribunale di Pavia per chiedere l’annullamento delle nozze.
Motivo? L’essersi sentiti costretti a sposarsi per evitare di incorrere nella penale da 100mila euro. Ma il tribunale ha respinto la richiesta in quanto nessuno aveva costretto i due a firmare il contratto con la produzione in cui, soprattutto, era esplicitamente scritto che l’abbandono del programma prima del sì avrebbe comportato il pagamento dei 100mila euro.
Dunque la coppia era pienamente consapevole di quanto stava facendo. Ora non resta che ricorrere in appello.
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Matrimonio a prima vista divorzio