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    Matera, 91enne ucciso a coltellate e bastonate a gennaio: arrestata la nipote di 26 anni

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 13 Lug. 2020 alle 16:47

    Matera, 91enne ucciso a coltellate e bastonate: arrestata nipote di 26 anni

    Lo scorso 7 gennaio aveva fatto molto discutere a Marconia di Pisticci, in provincia di Matera, l’omicidio di un anziano 91enne, Carlo Antonio Lopatriello, il cui cadavere era stato ritrovato in casa con ferite compatibili con coltellate e bastonate. Oggi, a distanza di sei mesi da quel giorno, la nipote dell’uomo, Carmen Federica Lopatriello, è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso il nonno. Alla ragazza, che ha 26 anni e da cinque si prendeva cura dell’anziano parente, viene contestata l’aggravante di aver agito “con crudeltà”. In totale, secondo i rilievi degli investigatori, sono state 26 coltellate e 11 colpi di bastone a uccidere Carlo Antonio Lopatriello, in quel 7 gennaio.

    Fin dal momento del ritrovamento del cadavere le indagini della squadra mobile, coordinate dalla procura di Matera, si erano concentrate sull’ambito familiare. La nipote dell’uomo si prendeva cura di lui da anni: ne curava la casa e ne gestiva la pensione. Negli anni era diventata anche una delle intestatarie dei beni di proprietà dell’uomo. Alla base del gesto della ragazza ci sarebbero proprio motivi economici, con continui litigi con il nonno sfociati nella violenta aggressione, oltre ad alcune critiche rivolte dall’anziano allo stile di vita della nipote. Era stata però proprio la giovane a lanciare l’allarme sulla sparizione del 91enne: sempre il 7 gennaio, la ragazza aveva chiamato la polizia e si era detta preoccupata per le sorti del parente, che non rispondeva al telefono.

    Nonostante il tentativo di sviare le indagini, la 26enne è stata incastrata dalle tracce del dna ritrovate sul bastone, individuato come arma del delitto. La Questura ha spiegato in conferenza stampa che “la maggior parte” dei colpi inferti all’anziano con il bastone “sono stati violenti, alla testa” e che la ragazza ha agito in “over killing”, non riuscendo a placare la furia del litigio. Altre tracce di dna misto, sia del nonno che della nipote, sono state trovate anche sulla felpa indossata dalla 26enne il giorno dell’omicidio.

    C’è stato inoltre un altro elemento, durante le indagini, che ha fatto insospettire gli agenti: alcuni giorni dopo l’omicidio, la nipote ha buttato nei pressi di una piazzola di sosta un paio di scarpe di color fucsia, ma è stata ripresa da una telecamera di videosorveglianza della sua casa. Quando le sono stati richiesti i fotogrammi della telecamera, lei li ha forniti tutti tranne tre: proprio quelli che, come ricostruito dagli inquirenti, ritraevano le scarpe fucsia, compatibili con un’impronta di sangue sul pavimento della casa del nonno. Le scarpe sono poi state recuperate: nel frattempo erano state lavate, non avevano lacci e solette e avevano grossi tagli.

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