Dopo le valvole stampate in 3D arriva la maschera da sub respiratore
Torna a sorprendere l’ingegnere italiano Cristian Fracassi che in un’intervista a TPI aveva raccontato l’idea delle valvole respiratorie stampate in 3D che hanno salvato la vita dei pazienti affetti da Coronavirus nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Chiari (Brescia). Ora, lui e il suo team, trasformano le maschere da sub Decathlon in respiratori.
La notizia delle valvole in 3D stampante dall’ingegnere Fracassi è arrivata anche all’ex primario dell’Ospedale di Gardone Valtrompia (Brescia), il Dott. Renato Favero, che ha proposto a lui e alla sua squadra di convertire delle maschere da sub in maschere respiratorie.
L’ingegnere Fracassi sul suo profilo Facebook racconta: “Ed ecco che un primario d’ospedale in pensione, il dott. Renato Favero, ha suonato alla nostra porta, ci ha fatto una lezione di anatomia sul funzionamento di polmoni, alveoli, virus e polmonite, per poi chiederci di aiutarlo nell’impresa di trasformare maschere da sub in maschere per la respirazione da utilizzare in ospedale. Inutile dire la nostra risposta: ci abbiamo lavorato giorno e notte, Isinnova ha ingranato la sesta e in meno di 10 ore avevamo il prototipo che due ospedali bresciani stanno testando in questi giorni. Vorremmo aspettare l’esito di tutti i test (ad oggi positivi) ma pensiamo che ogni minuto sia cruciale. Medici, infermieri, ospedali, diffondetela, studiatela e aiutateci a migliorarla: noi stessi vi terremo aggiornati su come implementare questa nuova idea (sempre gratuitamente)”.
In un primo momento l’azienda ha contattato Decathlon, “in quanto ideatore, produttore e distributore della maschera Easybreath da snorkeling”, che si è resa immediatamente disponibile per fornire il disegno CAD della maschera, il prodotto è stato quindi smontato, studiato e valutato. L’ingegnere Fracassi e il suo team hanno disegnato il nuovo componente per il raccordo al respiratore, chiamato valvola Charlotte, stampato in 3D. Il prototipo è funzionante ed è stato già testato su un collega e su un paziente malato di Coronavirus.
“L’idea si rivolge a strutture sanitarie e vuole aiutare a realizzare un maschera d’emergenza nel caso di una conclamata situazione di difficoltà nel reperimento di fornitura sanitaria ufficiale” specificano sul loro sito Isinnova. L’uso della maschera da parte del paziente è infatti subordinato all’accettazione dell’utilizzo di un dispositivo biomedicale non certificato, con dichiarazione firmata.
“L’azienda ha deciso di brevettare la valvola di raccordo per impedire speculazioni sul prezzo del componente ma vuole che il brevetto rimanga ad uso libero in modo che tutti gli ospedali in stato di necessità possano usufruirne. Ha inoltre condiviso il file con le istruzioni per realizzare il raccordo in stampa 3D, che dicono sia di facile realizzazione. In questo modo le strutture sanitarie possono acquistare le maschere Decathlon e far realizzare il pezzo necessario per completarle agli stampatori 3D”.
“Chiariamo che la nostra iniziativa è totalmente priva di scopo di lucro, non percepiremo diritti sull’idea del raccordo o né sulla vendita delle maschere Decathlon“, precisa l’ingegnere Fracassi.