“Maria Paola è mia sorella, ma per me era quasi come una figlia. Non le avrei mai fatto del male. È stato un incidente, non ho speronato lo scooter”. Oggi – lunedì 14 settembre – è stato interrogato Michele Antonio Gaglione, il trentenne arrestato con l‘accusa di aver investito e ucciso la sorella Maria Paola, di 20 anni, inseguendo con la sua moto il motorino sul quale la ragazza viaggiava insieme al compagno Ciro Migliore.
Alla base del gesto, secondo la ricostruzione investigativa, ci sarebbe stata l’ostilità della famiglia Gaglione verso la relazione che Maria Paola, aveva con il giovane, donna all’anagrafe ma che si sentiva un uomo e come tale da anni vive e si comporta.
Assistito dagli avvocati Domenico Paolella e Giovanni Cantelli, Gaglione ha risposto per oltre due ore al giudice di Nola Fortuna Basile che nelle prossime ore deciderà sulla richiesta di convalida avanzata dalla pm Patrizia Mucciaccitto, che con il procuratore Laura Triassi coordina le indagini dei carabinieri di Castello di Cisterna. Gaglione ha respinto ripetutamente l’accusa di omicidio preterintenzionale aggravato dai futuri motivi.
Il legale di Gaglione ha detto: “Antonio non ha mai detto la frase ‘Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata da quella’, non risulta nei verbali e neppure l’ha detto quando è stato ascoltato la prima volta dai carabinieri. La famiglia? E’ devastata, con una figlia morta e un figlio in carcere…”.