La Guardia costiera libica ha intercettato un barcone con 100 migranti a bordo, che si stava dirigendo a Lampedusa. La denuncia arriva dalla nave Mare Jonio della missione Mediterranea, che alcune settimane fa era stata al centro delle cronache per i suoi soccorsi di migranti a largo della Libia.
La Mare Jonio aveva dato la propria disponibilità a intervenire per soccorrere i 100 migranti, ma il Mrcc di Roma, il centro di coordinamento dei soccorsi italiani, ha fatto sapere con una mail, che i barconi erano stati intercettati dai libici.
“Entrambi gli eventi ‘sar’ sono stati coordinati e gestiti dalle autorità libiche, da un assetto navale che starebbe rientrando in porto”, ha scritto Roma a Mediterranea, riferendosi anche a un altro barcone con 80 persone a bordo.
“Roma non si azzarda a dire che i due eventi sono da considerarsi formalmente conclusi perché evidentemente non se la sentono di certificare l’operato dei libici che oltre a essere delle milizie il cui compito è quello di riportare persone nelle prigioni, sul piano operativo sono alquanto inaffidabili”, ha denunciato l’equipaggio di Mare Jonio.
Secondo Beppe Caccia, capo missione della nave di soccorso, il centro di coordinamento di Roma ha scaricato sulle autorità maltesi la responsabilità di aver supportato l’operazione della Guardia costiera libica, scrive Giorgio Ruta di Repubblica, imbarcato sulla nave mare Jonio.
“Sono state decisive per i libici le informazioni fornite dall’aereo maltese, in un’ennesima gravissima violazione dei diritti umani e delle Convenzioni internazionali”, ha detto ancora Caccia. La notizia del barcone è stata infatti stata comunicata dall’aeronautica maltese alla guardia costiera libica.
L’impegno della Mare Jonio nel Mediterraneo punta a impedire che i migranti partiti dalle coste libiche, siano respinti in Libia, considerato un porto non sicuro e un paese che viola sistematicamente i diritti umani.
Mare Jonio torna in mare dopo il sequestro – La Mare Jonio, della ong Mediterranea è salpata lo scorso 30 aprile dal porto di Marsala. La Capitaneria di porto aveva diffidato la nave “dall’eseguire operazioni di salvataggio in modo stabile e organizzato fino a quando l’unità in questione non venga adeguata alla normativa di settore e certificata per il servizio di salvataggio”.
La nave è stata ferma per oltre un mese, a causa delle vicende giudiziarie che l’hanno vista protagonista dopo il salvataggio del 19 marzo scorso. La nave era stata sequestrata non appena entrata nel porto di Lampedusa e il capi missione Luca Casarini e Pietro Marrone erano stati indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
La missione Mediterranea però non si ferma. Come anticipato da TPI alcuni giorni fa, sulla nave Mare Ionio si è imbarcato anche un prete che lotta per i migranti. Si tratta di don Mattia Ferrari della diocesi di Modena, un giovane prete 25enne che da meno di un anno ha preso i voti. Qui il racconto dettagliato.
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