Diventa virale la lite avvenuta in un chiosco di Maranello, la cittadina simbolo dei motori. Da una parte una comitiva di oltre una ventina di persona pronte a giurare di avere ricevuto un conto da oltre 800 euro per una cena a base di gnocco e tigelle, dall’altro la titolare del locale che assicura di non avere mai presentato un conto simile, ma di 620 euro, poi scontati a 585 euro per placare l’insistenza, sconfinata nelle minacce, di questi clienti.
L’episodio è avvenuto mercoledì, ma le due parti in causa divergono su tutto. Nemmeno sul numero di coperti vi è accordo: 24 di cui 11 bambini, la maggior parte dei quali piccoli, stando alle lamentele degli ospiti, 25 persone, tra i quali alcuni minorenni che hanno consumato comunque pietanze in quantità simili ai genitori, in base alla descrizione della titolare del locale.
Una serata andata bene per la comitiva, almeno fino all’arrivo del conto. Una cena di gnocco e tigelle conclusasi con uno scontrino salatissimo, 845 euro. I clienti hanno quindi chiesto spiegazioni. A quel punto si sarebbe giunti al compromesso di 585 euro, con uno sconto di 260 euro che, nella versione del gruppo, dimostrerebbe la cifra del tutto spropositata sparata in prima battuta. Ma anche il nuovo prezzo non è andato giù ai commensali, ritenuto comunque eccessivo. E hanno quindi promesso di rivolgersi alla Guardia di Finanza.
Diversa la versione del locale, come racconta il Corriere. “Parliamo di una storia surreale – spiega al giornale il titolare -. Lo scontrino da 585 euro, con un coperto di 1,5 euro a testa, dettaglia voce per voce quanto è stato portato in tavola, dai taglieri di salume, alle bevande, passando per i cestini di gnocco e tigelle. Faccio presente che nel menù non è previsto gnocco e tigelle, ma lo prepariamo solo su richiesta e mercoledì sera lo abbiamo proposto, avendo avuto la prenotazione da altri tavoli. Parliamo comunque di una spesa finale di 23,5 euro a testa, non mi pare davvero eccessiva. Del resto nessuno ha mai presentato un conto da 800 euro, quello iniziale era di 620, uno sconto proposto sui coperti dei minorenni per evitare sceneggiate. Basti pensare che una persona del gruppo ha addirittura minacciato di darmi fuoco al locale tanto che avevo pensato di contattare il 112. A questo punto comunque diventa una questione di principio, in tanti anni non ho mai vissuto una situazione simile e sono pronta a dare mandato al mio avvocato per difendermi dalla diffamazione ricevuta”.