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    Manfredi Lefebvre d’Ovidio: “La Cassazione chiude 25 anni di contenziosi familiari”

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 12 Dic. 2024 alle 15:27 Aggiornato il 12 Dic. 2024 alle 15:27

    Dopo oltre 25 anni di dispute legali, la Corte di Cassazione ha posto fine alla lunga vicenda giudiziaria che ha visto contrapposti i fratelli Lefebvre d’Ovidio. La Suprema Corte ha respinto l’ultima richiesta di Francesco Lefebvre, confermando gli accordi stipulati nel 2001 tra i membri della famiglia e consolidando le precedenti decisioni favorevoli a Manfredi Lefebvre d’Ovidio, magnate italo-monegasco delle crociere di lusso.

    Il contenzioso, iniziato negli anni ’90, aveva origine nella gestione del patrimonio familiare istituito dal padre Antonio Lefebvre, giurista e imprenditore. Per evitare conflitti tra i figli il magnate aveva conferito i beni di famiglia – tra cui il Grand Hotel Billia a Saint Vincent e la compagnia di crociere Silversea – in un trust. Tuttavia, Francesco aveva contestato gli accordi, avviando cause legali e arbitrati contro il resto della famiglia.

    Manfredi Lefebvre d’Ovidio ha così commentato la sentenza: “Desidero rendere noto che la Corte di Cassazione, con la sua decisione in data odierna, ha chiuso, speriamo definitivamente, il capitolo dei contenziosi tra i membri della famiglia Lefebvre, rigettando la richiesta di Francesco Lefebvre per la risoluzione degli accordi tra noi stipulati ormai 23 anni fa a seguito del lodo che aveva condannato mio fratello Francesco ordinandogli di adempiere ai contratti stipulati tra tutti i membri della nostra famiglia.

    Questa sentenza non mi rasserena, poiché ero già sereno. E non mi rallegra, perché arriva dopo 25 anni di arbitrati e cause tra Francesco e tutto il resto della famiglia, e purtroppo mio padre e mia madre non sono vissuti abbastanza a lungo per vedere la fine di una vicenda che ha rattristato gli ultimi anni della loro vita. Ma non riesco neanche a portare rancore essendo legato a mio fratello da molti ricordi e stimando enormemente la sua cultura ed intelligenza. Un gentiluomo purtroppo affetto da rancori profondi ed inestinguibili. Spero che questa decisione della Corte di Cassazione segni la fine di 25 anni di tragedie familiari”.

    La sentenza chiude un capitolo doloroso per la famiglia Lefebvre, segnando la conclusione di una complessa vicenda legale che ha attraversato generazioni e ridisegnato i confini di un’eredità storica.

     

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