Zona rossa, Fontana e Gallera a Speranza: “Decidete voi se chiudere”. L’audio inedito
Emergono nuovi dettagli nell’inchiesta condotta dalla procura di Bergamo sulla mancata zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, i due comuni della Bergamasca in cui a fine febbraio si è originato uno dei più grandi focolai di Coronavirus in Italia e a cui TPI ha dedicato un’inchiesta a puntate: il Corriere della Sera ha pubblicato oggi un audio inedito di una riunione avvenuta il 4 marzo tra il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, il suo vice Fabrizio Sala, l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e il ministro della Salute Roberto Speranza. Al centro della discussione, la situazione dei contagi nella provincia di Bergamo, che il giorno precedente – per la prima volta da inizio pandemia – aveva superato la zona rossa nel Lodigiano come numero di nuovi casi quotidiani.
Tuttavia, come testimonia anche l’audio esclusivo pubblicato dal Corriere della Sera, nessuno dei partecipanti alla riunione (tutti in presenza tranne Fontana, che era entrato in quarantena) sembra preoccupato di chiudere la zona della Val Seriana e il resto della provincia di Bergamo. Il tema principale dell’incontro è la crisi economica dovuta al Coronavirus: Fontana chiede all’esecutivo liquidità per ripagare le imprese dei mancati guadagni e sostegno alle famiglie che non possono badare ai bambini dopo la chiusura delle scuole. A un certo punto, però, si parla anche di Alzano e Nembro e dell’impennata dei contagi di quei giorni. Due minuti di registrazione, durante i quali Gallera e soprattutto Fontana parlano – abbastanza timidamente, senza insistere – al ministro della necessità di istituire una zona rossa nella Val Seriana. Ma alla fine decidono di affidarsi alle valutazioni del Governo.
L’audio inedito
Questo il contenuto dell’audio inedito relativo alla riunione del 4 marzo tra Fontana, Gallera e Speranza:
Speranza: Magari ci girate…
Uomo (non identificato): Le slide, le giriamo tutto. Subito. Adesso…
Speranza: Diciamo, tutto quello che abbiamo fatto finora non porta nessun segnale minimo di contenimento, ancora zero…
Gallera: È presto, poi il dato è un po’ grezzo. Questo dato qui sono i tamponi di ieri, dell’altro ieri… Peraltro ormai la gente arriva e noi la ricoveriamo perché è in situazione… poi gli fai il tampone, poi il tampone viene visto in ventiquattro, trentasei ore, torna qui in leggera… è la fotografia di due giorni fa sostanzialmente…
Speranza: Queste persone si potrebbero essere ammalate prima delle nostre misure, perché le misure le abbiamo messe in campo da una settimana…
Fontana: Dieci giorni
Speranza: Ancora non vediamo…
Gallera: Esatto, esatto… Non vediamo, c’è solo la diffusione… Questa è l’ultima che abbiamo, questa è di ieri.
Fontana: Sentiamo la necessità che il clima di preoccupazione cresca un po’ più di quello che è stato, perché c’è molta sottovalutazione.
Gallera: Alzano e Nembro… Voi volevate fare… secondo me, l’idea della zona rossa lì, al di là che dia il messaggio che magari non è perfettamente lì… però là c’abbiamo il secondo focolaio… sta crescendo e là non c’è la percezione perché chi abita lì… questi continuano a uscire, vanno in giro…
Uomo: Più si annuncia, più scappa
Gallera: Quindi bisognerebbe proprio… che ha fatto la proposta…
Speranza: Sì, sì, ci stanno ragionando… Appena rientro, provo…
Gallera: Sono due Comuni. Poi… nell’area Nord…
Uomo: Al limite potrebbe arrivare anche oltre la provincia di Lodi che ne ha 500. Quindi il focolaio è nato secondario ma potrebbe diventare il peggiore della Lombardia. Mentre con la zona rossa… qualcosina…
Gallera: Non la città, la città ancora è abbastanza… è a 40, 50… Sono i due Comuni sopra…
Speranza: Ma, sul piano dei comportamenti, qui c’è uno scatto?
A questo link l’audio della riunione tra Fontana, Sala, Gallera e Speranza.
I giorni successivi
Nei giorni successivi alla riunione del 4 marzo, Gallera ha dato conto ai giornalisti del contenuto della conversazione tra i vertici della Regione Lombardia e il ministro Speranza: “Nella Bergamasca mercoledì i contagi sono leggermente diminuiti. Resta comunque una delle zone a maggior presenza di positivi, sono 423. Abbiamo chiesto al ministro Speranza quali orientamenti abbia il governo e ha detto che nella sera ci sarà la decisione definitiva sulle misure da assumere. Attendiamo le loro valutazioni e siamo pronti ad accogliere ogni misura, anche quelle più rigide, che dovesse decidere il governo”.
Parole che dimostrano come, in quei delicati giorni, la tendenza della Lombardia fosse quella di delegare al Palazzo Chigi ogni scelta sulla zona rossa nella Val Seriana. Come sappiamo, la zona rossa ad Alzano e Nembro non è mai stata istituita. Solo l’8 marzo è arrivata la decisione dell’esecutivo di imporre il lockdown all’intera Lombardia e altre 14 province. Troppo tardi: la catena dei contagi era già partita.
L’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura della Val Seriana per punti:
- Quel 23 febbraio ad Alzano Lombardo: così Bergamo è diventato il lazzaretto d’Italia (Parte I inchiesta di Francesca Nava su TPI)
- ESCLUSIVO TPI: Una nota riservata dell’Iss rivela che il 2 marzo era stata chiesta la chiusura di Alzano Lombardo e Nembro. Cronaca di un’epidemia annunciata (Parte II inchiesta di Francesca Nava su TPI)
- Il dirigente condannato, l’assessore incompetente, il direttore pentito. La catena di comando che poteva fermare il virus all’ospedale di Alzano Lombardo ma non l’ha fatto (Parte III inchiesta di Francesca Nava su TPI)
- Quel decreto del 23 febbraio ignorato da tutti: Alzano e Nembro dovevano essere chiusi anche con un solo positivo
- “In Lombardia non si potevano fare zone rosse, non si poteva fermare la produzione”: parla a TPI il presidente di Confindustria Lombardia
- Coronavirus all’ospedale di Alzano: dopo l’inchiesta di TPI la Procura di Bergamo indaga per epidemia colposa
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- Dopo l’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura di Alzano e Nembro, dalla Protezione Civile una prima conferma: la nota riservata dell’Iss era stata letta e valutata dal comitato scientifico
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