Malattia misteriosa del Congo, spunta un altro caso sospetto in Italia
Dopo quello di Lucca, in Italia si registra un altro caso sospetto della malattia misteriosa che si sta diffondendo in Congo: si tratta di una donna di 24 anni che ha lavorato a Kinshasa ed è stata ricoverata nei giorni scorsi nell’ospedale di Cosenza con sintomi simili a quelli del misterioso virus.
La donna, che è stata dimessa e ora sta bene, il 29 novembre scorso ha accusato febbre ed altri malesseri dopo essere rientrata dal Paese africano ed è subito andata all’ospedale.
L’ospedale ha successivamente inviato gli esami effettuati all’Istituto superiore della sanità a Roma per fare accertamenti più approfonditi.
“La situazione è sotto controllo. La giovane è tornata in Italia ed ha avuto il buon senso di ricorrere alle cure ospedaliere visto che aveva avuto i primi sintomi già in Congo con una sospetta malaria diagnostica” ha dichiarato il direttore sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza Martino Rizzo.
Rizzo ha quindi aggiunto: “Una volta rientrata in Italia probabilmente anche informata da notizie di stampa di questa possibile diffusione di un nuovo virus si è rivolta giustamente all’ospedale. È stata ricoverata un giorno. Dopo i primi accertamenti la sintomatologia è scomparsa per cui è stata dimessa. Adesso sta bene e non ha alcuna alcun problema. Ovviamente gli accertamenti di verifica sono stati spediti all’Istituto superiore di sanità e aspettiamo la conferma di questa sospetta diagnosi”.
“Non c’è più il rischio contagio – ha dichiarato ancora il medico – perché il ricovero è stato alla fine del mese di novembre e questa patologia si trasmette essenzialmente attraverso le secrezioni e attraverso il morso di qualche animaletto, la zecca in particolare, e quindi diciamo che la trasmissione non è interumana se non attraverso contatti stretti e queste cose così. Non c’è più la trasmissione anche perché il periodo di incubazione è di 9 giorni e quindi diciamo che a questo punto avrebbero dovuto esserci altri casi che non ci sono”.
Il medico conclude: “Qualora i risultati fossero positivi non succede assolutamente niente perché il caso resta isolato e sono casi di importazione per cui ovviamente quando si va in alcuni Paesi bisogna andare preparati con misure di prevenzione particolari facendo alcune vaccinazioni consigliate e bisogna tornare sempre col dubbio che qualche virus che da noi ancora non c’è ma che li è abbastanza diffuso possa colpirci. Quindi bisogna stare attenti nei primi 7 giorni dal rientro da questi paesi”.
Intanto, secondo quanto dichiarato dall’Oms la misteriosa malattia potrebbe essere causata, almeno in parte della malaria. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha infatti affermato che dei 12 campioni raccolti inizialmente, 10 sono risultati positivi alla malaria: circa l’80%. È possibile, quindi, che siano coinvolte più malattie così come già ipotizzato dall’Oms nei giorni precedenti.