I nuovi dettagli sulla triste vicenda del maestro di sci morto
A quattro giorni dal ritrovamento del corpo senza vita di Furio Lescarini, il maestro di sci 61enne trovato morto nella sua casa di Roccacerro di Tagliacozzo (L’Aquila), in Abruzzo dopo un anno dalla sua scomparsa spuntano altri dettagli sulla vicenda. Nessuno aveva avuto più sue tracce, “l’ultima volta che a Roccacerro lo si era visto in giro e persone gli avevano parlato è stato esattamente un anno fa: a Pasqua 2019. Poi nulla più”, aveva scritto su Facebook il sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio.
Sulla vicenda ha indagato Il Corriere della Sera, che aggiunge nuovi particolari alla triste vicenda: “Il maestro di sci, prima di morire (per malore o suicidio) nella sua abitazione, aveva condotto una vita da clochard nei sotterranei della stazione Termini. Per qualche settimana – tra l’estate e l’autunno 2019 – era finito a dormire all’addiaccio, in strada, nonostante tutti lo pensassero felice chissà in quale angolo di mondo”.
L’ultimo persona che ha visto il maestro di sci in Abruzzo è Massimo Passalacqua, autista della linea di pullman Tagliacozzo-Roccacerro: “Qui ci conosciamo tutti, i passeggeri sono pochi. Doveva essere lo scorso maggio, quando Furio salì. Parlammo a lungo, mi disse che era venuto a sistemare delle pratiche, a pagare delle bollette, e che voleva vendere casa e trasferirsi in Trentino. Aggiunse che sarebbe tornato al più presto a Malè, vicino Folgarida, dove era in affitto, per la stagione estiva”.
Furio Lescarini era solo e aveva perso entrambi i genitori da tempo. Era conosciuto sulle piste del Terminillo, ma era noto soprattutto al Nord (Folgarida, Madonna di Campiglio) dove il maestro di sci insegnava per tutta la stagione invernale. Gli amici lo avevano soprannominato “La freccia della Salaria”.
Federico, l’amico che ha denunciato la scomparsa alla polizia, racconta al Corriere: “Va premesso che Furio era un uomo libero, con i suoi tempi che tutti noi rispettavamo: se passavamo una serata di baldoria in piazza o al ristorante e poi spariva per dieci giorni, nessuno si preoccupava perché faceva parte della sua personalità libera, esplosiva. Ricordo un episodio. Lui amava i cani e una volta si fece Trentino-Abruzzo avanti e indietro in una giornata solo perché aveva dimenticato la ciotola del cibo. Era così. Inafferrabile e positivo, sempre. Ci ha lasciati esterrefatti, quindi, quanto abbiamo saputo in autunno: alcuni clienti del ristorante fuori paese, “Il Boscaiolo”, dissero al titolare di averlo incontrato alla stazione Termini, in condizioni di disagio, come un clochard, e che era stato proprio lui a raccomandarsi di salutare gli amici di Roccacerro”.
Le ricerche nella Capitale sono state fatte, spiega ancora Federico: “Per settimane abbiamo controllato mense e dormitori dei senzatetto, i registri della Caritas, di Sant’Egidio ma niente. Alla fine mi sono deciso a presentare denuncia ai carabinieri di Tor Tre Teste che, mettendosi in contatto con i colleghi di Tagliacozzo, hanno sollecitato il controllo in casa, dove è stato scoperto il corpo, povero amico mio…”.
La comunità di Roccacerro sta organizzando una grande commemorazione del maestro di sci. L’amica Barbara Ronchetti di lui ha scritto: “Furio… lui ci conosceva bene… così come noi conoscevamo bene lui, avendo rispetto dei suoi tempi a volte strampalati, ma tipici di un uomo libero… Per molti era l’istruttore paziente che ci sapeva fare con i bambini. Per altri era stato il miglior rappresentante di una nota marca di sci… Ma per tutti era chiaro quanto fosse veloce a cambiare percorso, scegliendo non necessariamente la via più leggera. Era così, carismatico. E lo era ancor più quando sfoggiava quella criniera che lo rendeva ancor più leone e condivideva con noi qualche boccale di birra al bancone del bar. Abbiamo fatto ciò che potevamo, ma ci hai dribblato anche stavolta… Ciao, Furio!”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it