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    La Lega sostiene #Ioapro, ma in Lombardia si chiude per colpa della regione che non sa fare i calcoli

    Credit: Ansa
    Di Selvaggia Lucarelli
    Pubblicato il 23 Gen. 2021 alle 13:40 Aggiornato il 23 Gen. 2021 alle 15:30

    E quindi, la mesta storia della Lombardia alle prese con la pandemia è “finita” con l’unico epilogo possibile: la Lombardia ha fatto ricorso contro se stessa. Sì, perché pare ormai certo che se la regione governata da Attilio Fontana è stata zona rossa dal 17 gennaio non perché l’indice rt fosse quello di Manaus, ma perché in Lombardia hanno fatto male i calcoli.

    Insomma, si sono sbagliati. Avrebbero, in pratica, continuato a conteggiare come positivi quelli che dopo tre settimane potevano ritenersi guariti anche senza tampone di controllo. Ovviamente, la vicenda ha risvolti meravigliosi, perché preceduta dal ricorso al Tar di Fontana con tanto di dichiarazioni vittimistiche quali “Questa è una punizione, i lombardi sono stati bravi!”.

    I lombardi sono stati bravi scolaretti, certo, mentre la Regione non sapeva neppure fare i conti giusti. Quando arriva la risposta del ministero della Salute che fa notare gentilmente a Fontana “avete sbagliato i numeri”, Fontana e la Moratti saltano sulla sedia. “Ma come vi permettete, sappiamo tutte le tabelline fino a quella del sette!”.

    Insomma, dicono che non hanno sbagliato proprio un bel niente. A quel punto, Roberto Speranza, uno che ha la faccia di quello che s’è incazzato l’ultima volta quando gli si è macchiato con la Coca Cola il vestito della prima comunione, si incazza.

    E risponde che si sono sbagliati così tanto da aver rettificato i dati inviati. Allora Fontana, non potendo più scaricare gli errori su Gallera e se prova a farlo con la Moratti si ritrova a fare l’oss in una rsa, dice che non si tratta di rettifiche, ma di “aggiornamenti”.

    In pratica hanno aggiornato il ministero sul fatto che avevano mandato i numeri sbagliati. Dunque, quelli che pensavano di dare la precedenza dei vaccini alle regioni più produttive, probabilmente avrebbero sbagliato i conti del pil e l’Abruzzo sarebbe stato vaccinato prima della Lombardia.

    Li avevamo criticati senza valutarlo. Fatto sta che se questa ricostruzione sarà confermata definitivamente, il problema per la Lega è serio: il partito sostenitore dell’#ioapro grazie soprattutto all’endorsement di Matteo Salvini, il partito dalla parte degli imprenditori vittime dei dpcm del governo, ha danneggiato gli imprenditori per via di un errore gravissimo e grossolano.

    Un errore dovuto proprio all’incapacità in Lombardia di monitorare i contagi e i cittadini che sono rimasti (contagiati) a casa per le quarantene. Le conseguenze dell’incapacità ormai endemica della regione e di Ats nel vigilare sui singoli, ha portato non solo ai disastri della prima ondata che sono costati morti e contagi, ma anche a un danno economico difficilmente quantificabile in questa seconda ondata.

    Una settimana di zona rossa in più nel periodo dei saldi sarebbe infatti costata 100 milioni di euro ai negozianti. Che ora dovrebbero prendersela proprio con chi chiedeva al governo di aprire, mentre era colpevole della chiusura. Con chi voleva tutelarli mentre li danneggiava. Con chi faceva ricorso al Tar mentre in realtà faceva ricorso a se stesso.

    Ed è così che corre il pensiero a quel Giulio Gallera che probabilmente stamattina è a correre sui Navigli, mentre già arrivato a Pavia con le cuffiette nelle orecchie, pensa: “Menomale che SONO STATO dimesso, come la Bellanova”.

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