A poco più di tre settimane dal Dpcm del 3 novembre, il ministro della Salute Roberto Speranza ha prorogato ieri con una sua ordinanza la zona arancione per Basilicata, Liguria, Umbria e la zona rossa per la Provincia autonoma di Bolzano. Formalmente, in queste regioni le misure restrittive per contrastare il Covid-19 resteranno quindi in vigore fino al 3 dicembre, il giorno in cui il premier Giuseppe Conte dovrà firmare il prossimo Dpcm.
Si tratta della seconda proroga dall’entrata in vigore del Dpcm che ha diviso l’Italia in tre fasce di rischio. Lo scorso 20 novembre sono state infatti prorogate le ordinanze sulle regioni rosse di Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta e le zone arancioni di Puglia e Sicilia (anche qui le misure scadranno il 3 dicembre).
Le proroghe, in ogni caso, non escludono che le regioni siano collocate in una fascia più alta a seguito del monitoraggio dei dati valutati dalla cabina di regia del governo. Inoltre, se nei 14 giorni precedenti una Regione è stata in una fascia di rischio inferiore, può chiedere di passare a un’altra “zona”, in modo da applicare misure meno stringenti.
Da venerdì la Lombardia in zona arancione. Fontana: “Dagli ultimi dati saremmo da zona gialla”
È il caso della Lombardia e del Piemonte che, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, dovrebbero passare a “zona arancione” da venerdì. Sul punto, il governatore lombardo Attilio Fontana ha dichiarato: “Dal 27 novembre potremo chiedere di entrare in zona arancione. Anche perché i dati oggi addirittura ci accrediterebbero in zona gialla, ma io non voglio precorrere i tempi”. Il presidente della Lombardia aggiunge: “in questi ultimi giorni c’è un costante, lento ma continuo miglioramento” dei dati. “Noi – conclude – da un punto di vista tecnico da 15 giorni saremmo entrati nella zona arancione, il Dpcm pretende però giustamente che bisogna confermare i dati per due settimane. Quindi noi dal 27 potremo chiedere di entrare nella zona arancione”.
Intanto, in vista del prossimo Dpcm Speranza a Dimartedì ha sottolineato: “valuteremo fino all’ultimo i dati, vogliamo vedere quanto riusciremo a piegare la curva, poi continueremo col principio di proporzionalità”. Il ministro della Salute mette in guardia: “Guai a scambiare i primi segnali che vanno in una direzione giusta – ha aggiunto però il ministro – in uno scampato pericolo. La situazione è ancora molto seria, la pressione sulle strutture sanitarie è ancora molto forte”. I dati, inclusi quelli di ieri, “sono i numeri di un’epidemia ancora molto presente. Il dato più drammatico è quello dei decessi ma anche il dato delle persone contagiate è molto alto. Anche se da qualche settimana vediamo un segnale che l’Rt va nella direzione giusta, sta scendendo. Questo significa che le misure stanno dando i loro effetti, ma bisogna insistere con la massima attenzione e la massima prudenza”.
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