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    Covid, Locatelli (Cts): “Curva sta rallentando. Vaccinazioni con numeri straordinari”

    Credit: ansa foto
    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 16 Gen. 2022 alle 08:32

    “La minor severità delle infezioni osservate nei contagiati da Omicron è data dalle caratteristiche biologiche della variante (minor capacità di legarsi a cellule polmonari) e, soprattutto, dalla presenza della copertura conferita dai vaccini. Sarebbe sbagliato pensare però che Omicron, in soggetti non adeguatamente protetti dal vaccino, non possa determinare malattia grave o anche fatale. Uno studio sudafricano recentemente sottoposto alla rivista Lancet riporta chiaramente che in quel Paese, dove la popolazione è molto più giovane di quella italiana, vi sono stati in 4 settimane 258 decessi in ospedale per Omicron, 126 dei quali in pazienti ultra 60enni”.

    Lo dice in un’intervista al Corriere Franco Locatelli, coordinatore del Cts, che nonostante i numeri di contagi e morti degli ultimi giorni, non cede al pessimismo: “Certamente siamo in una situazione delicata e con numeri ancora crescenti per quel che riguarda l’incidenza d’infezioni. Tuttavia, la crescita percentuale dell’ultima settimana è stata inferiore alla precedente e, negli ultimi giorni, vi sono evidenze di chiara decelerazione della curva epidemica in linea con quanto osservato in altri Paesi. Nel Regno Unito si sta assistendo alla riduzione dei ricoveri”.

    Locateli nega anche che gli ospedali siano al collasso: “La pressione sulle strutture sanitarie nelle ultime settimane è decisamente aumentata. Il rischio da scongiurare è di danneggiare i pazienti con patologie differenti dal Covid riducendo il numero di procedure mediche o chirurgiche. A questo rischio può contribuire anche un elevato numero di contagi tra gli operatori sanitari che è certamente non trascurabile. Non possiamo parlare però di ospedali vicino al collasso. Nelle passate ondate come quella dello scorso inverno abbiamo avuto, pur in assenza di varianti così contagiose, numeri doppi di ricoverati sia nelle aree mediche sia nelle rianimazioni. È il frutto del largo numero di vaccinazioni effettuate: quasi 120 milioni di dosi somministrate e 26 milioni di persone che hanno ricevuto la dose booster sono numeri straordinari”.

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