Polemica sul libro di seconda elementare: “Io vuole imparare italiano”. Razzista?
Un gruppo di bambini racconta i propri desideri per l’anno scolastico che è appena iniziato. Uno dice di voler “fare tanti disegni coi pennarelli”, un altro preferirebbe “andare sempre in giardino per la ricreazione”. Poi c’è un terzo bambino, nero, che afferma: “Quest’anno io vuole imparare italiano bene”. Una frase che ha scatenato un’enorme polemica sul libro “Le avventure di Leo”, un manuale di letture per la classe di seconda elementare, edito dal Gruppo Editoriale Raffaello. Sui social, tantissimi utenti hanno definito “razzista” la frase in questione, mentre gli insegnanti hanno chiesto di ritirare il volume dalle scuole.
La pagina in questione è quella del “bentornati a scuola”. Il desiderio del bambino di colore, di per sé positivo, viene trattato però in un modo che strizza l’occhio ai più classici stereotipi razzisti. E non solo: “C’è sempre questa ottica vetusta di rimarcare le carenze e non le potenzialità”, fa notare qualcun altro sui social network. “Ancora una segnalazione sui libri di testo. Un libro – accusa l’organizzazione no profit Educare alle differenze su Facebook – che entra in classi interculturali in cui bambine e bambini nati e cresciuti in Italia hanno colori diversi, famiglie miste, adottive, genitori che provengono da altri paesi ma vivono qui da anni o che sono a loro volta nati e cresciuti qui. Ma anche bambini arrivati da poco che portano con sé le loro culture d’origine. Bambini che continuiamo attraverso rappresentazioni come questa ad additare come stranieri, come altro rispetto a una presunta normalità italica e a scimmiottare con un linguaggio imbarazzante che sembra preso da un pessimo film degli anni Trenta”.
Il bambino nero che dice “Io vuole imparare bene italiano” non è però l’unico scivolone del libro di seconda elementare. Nelle pagine successive c’è un testo intitolato “Un amico venuto da lontano”: “Questa mattina – si legge – la maestra ci ha presentato Emmanuel, un amico con la pelle scura venuto da tanto lontano. Quando Emmanuel ha parlato ha sbagliato tutte le parole, allora noi bambini ci siamo messi a ridere, ma la maestra ha detto: ‘Provate voi ad andare in un Paese dove tutti parlano un’altra lingua!'”.
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