Lettera di un lettore di TPI alla redazione:
Ho 16 anni ed ho letto con interesse l’editoriale del direttore di TPI, che mi ha fatto sorgere spontanee alcune considerazioni. Io sono sempre stato a favore del sostegno all’Ucraina, a patto che ciò non fosse mai diventato il pretesto per un inserimento bellico da parte delle potenze globali le quali, tranne che sul piano della solidarietà e del sostegno, sarebbero dovute rimanere estranee a questa guerra. Nelle ultime ore, invece, sta accadendo tutto il contrario, con un’escalation statunitense sempre crescente. In queste situazioni, quando il presidente della prima potenza mondiale si reca a Kiev facendo un discorso che lascia intendere tutto meno che la ricerca della pace, non si può rimanere indifferenti.
La storia ci insegna che le più grandi guerre sono nate da pretesti apparentemente poco rilevanti, con una naturalezza spaventosa. Noi, che ormai ci siamo completamente assuefatti agli orrori del conflitto e alle mistificazioni della propaganda russa e occidentale, non ci sconvolgeremmo affatto di un grave ampliamento del conflitto, per il quale in queste ore, in questi giorni, si stanno ponendo tutti i presupposti possibili e necessari.
Molto spesso vengo accusato di finto pacifismo: questo mi dispiace davvero, non per ragioni personali, ma etiche, morali e storiche. Io sostengo, con la massima coscienza e onestà nei miei pensieri e nella mie intenzioni, che si debba essere favorevoli al sostegno all’Ucraina, ma che al contempo si possa anche essere contrari alle modalità con cui questo sostegno si sta manifestando.
È palese che gli Stati Uniti, pur trovandosi dalla parte della ragione per l’evidente fatto che la guerra sia stata intrapresa da Putin, non aspettino altro che il pretesto giusto per allargare il conflitto e provare ad indebolire definitivamente la Russia, il grande nemico di sempre. Non bisogna certo lasciarsi influenzare dalla Russia, ma il vero problema è che qui si sta passando da un estremo a un altro: si sta perdendo ogni equilibrio, la forza della diplomazia, la propensione al dialogo e alla pace.
Il fatto che Biden e Zelensky abbiano definitivamente chiuso ogni canale diplomatico per la pace è gravissimo. Anche nella difesa verso una violenza ingiustificabile, bisogna sempre rimanere dalla parte della ragione, mantenendo un atteggiamento eticamente impeccabile, lasciando sempre aperti i canali diplomatici per la pace. In conclusione, io sono con tutto il cuore vicino agli ucraini, ma mi rifiuto di pensare che non essere d’accordo con gli Stati Uniti significhi volere la morte dell’Ucraina.
L’Ucraina, che sta resistendo eroicamente, ovviamente riceve sostegno da chiunque glielo offra, nel modo più naturale e genuino possibile. È proprio la naturalezza quella che invece manca agli USA, che si stanno rendendo responsabili di un’escalation bellica eccessiva, non limitandosi solo ad offrire sostegno ma ponendo anche le basi per un loro grave e criminale inserimento in una guerra che deve cessare il prima possibile, prima che sia davvero troppo tardi.
Flavio Maria Coticoni