La lettera dei medici di Bergamo: “Epidemia fuori controllo”
“Stiamo imparando che gli ospedali possono essere i principali veicoli di trasmissione del Covid-19 poiché si riempiono in maniera sempre più veloce di malati infetti che contagiano i pazienti non infetti”. Tredici medici dell’Ospedale Papa Giovanni XIII di Bergamo scrivono una lunga lettera indirizzata al New England Journal of Medicine, di cui il quotidiano Leggo riporta il contenuto.
“Un’epidemia fuori controllo dove le persone più anziane non vengono rianimate e muoiono sole. Il nostro ospedale è altamente contaminato e siamo già oltre il punto del collasso: 300 letti su 900 sono occupati da malati di Covid-19. Più del 70% dei posti in terapia intensiva sono riservati ai malati gravi di Covid-19 che abbiano una ragionevole speranza di sopravvivere”.
La situazione descritta dai medici è gravissima, loro stessi descrivono la struttura ospedaliera come “altamente contaminata” e “principale veicoli di trasmissione del Covid-19”.
“Lavoriamo all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, struttura all’avanguardia con 48 posti di terapia intensiva. Nonostante Bergamo sia una città relativamente piccola, è l’epicentro dell’epidemia, più di Milano”, scrivono. “La situazione è così grave – sottolineano – che siamo costretti a operare al di sotto dei nostri standard di cura. I tempi di attesa per un posto in terapia intensiva durano ore. I pazienti più anziani non vengono rianimati e muoiono in solitudine senza neanche il conforto di appropriate cure palliative. Siamo in quarantena dal 10 marzo”.
“Stiamo imparando che gli ospedali possono essere i principali veicoli di trasmissione del Covid-19 – proseguono i 13 medici del Papa Giovanni XXIII nella lettera denuncia – poiché si riempiono in maniera sempre più veloce di malati infetti che contagiano i pazienti non infetti. Lo stesso sistema sanitario regionale contribuisce alla diffusione del contagio, poiché le ambulanze e il personale sanitario diventano rapidamente dei vettori. I sanitari sono portatori asintomatici della malattia o ammalati senza alcuna sorveglianza. Alcuni rischiano di morire, compresi i più giovani, aumentando ulteriormente le difficoltà e lo stress di quelli in prima linea”.
Gli autori sono Mirco Nacoti, Andrea Ciocca, Angelo Giupponi, Pietro Brambillasca, Federico Lussana, Michele Pisano, Giuseppe Goisis, Daniele Bonacina, Francesco Fazzi, Richard Naspro, Luca Longhi, Maurizio Cereda e Carlo Montaguti.
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