Non si fermano gli sbarchi che in queste ore si stanno susseguendo sull’isola di Lampedusa, dove sono oltre 2.100 le persone approdate in poco più di 24 ore dal Canale di Sicilia. Almeno altri 700 migranti sono stati invece intercettati e riportati indietro dalla marina libica negli ultimi giorni, mentre sono almeno due i naufragi registrati al largo della Libia. Nel primo un barcone si è rovesciato provocando cinque vittime, fra cui un bambino, mentre in un secondo naufragio 42 persone sono state tratte in salvo e 23 persone sono disperse, come riferisce l’Unhcr.
Con l’arrivo del bel tempo, come c’era da aspettarsi, sono aumentate quindi le partenze dal Nordafrica che, secondo i dati della nostra intelligence forniti dal Corriere della Sera, non accenneranno a diminuire nei prossimi giorni: attualmente infatti almeno 900mila migranti, provenienti da altri Paesi africani, si troverebbero in Libia. Di questi, fra 50 e 70mila sarebbero già sulla fascia costiera, pronti a partire nella speranza di un futuro migliore in Europa.
I numeri sono tali da aver spinto il presidente del Consiglio Mario Draghi a convocare per oggi, o al massimo per domani, una cabina di regia con i ministri competenti sul dossier: la titolare del Viminale Luciana Lamorgese, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La ministra Lamorgese ieri ha chiamato la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, la quale ha annunciato di aver lanciato uno sforzo di solidarietà nei confronti dell’Italia, chiedendo agli altri stati membri di partecipare a una redistribuzione volontaria dei migranti arrivati a Lampedusa.
A Lampedusa oltre 2mila arrivi in 24 ore
Dopo i 16 sbarchi con circa 1.500 migranti che si sono registrati nella giornata di domenica, la notte tra domenica e lunedì sono approdati a Lampedusa altri quattro barconi, per un totale di 635 profughi. Nella tarda mattinata di ieri se ne sono aggiunti altri 97, fra cui 4 donne e 2 bambini, portando il numero totale a oltre 2mila arrivi in poco più di 24 ore. Numeri non semplici da gestire, in un quadro aggravato dall’emergenza sanitaria, per garantire l’accoglienza.
A rallentare le procedure di smistamento sono i protocolli di sicurezza relativi al Covid, mentre i tamponi scarseggiano ma ne stanno arrivando alcune migliaia. Tra i problemi su cui la ministra Lamorgese si sta confrontando con il premier Draghi, sottolinea il Corriere, c’è anche quello delle c.d. “navi quarantena“, che servono a isolare temporaneamente per ragioni sanitarie le persone che arrivano sulle nostre coste. Sull’isola ne sono attualmente disponibili almeno quattro, tuttavia potrebbero sorgere dei problemi sulle gare e gli appalti dell’estate, che metterebbero a rischio i contratti stipulati dalle compagnie di navigazione con lo Stato.
Il governo sta pensando inoltre a una rete di emergenza da attuare in breve tempo, con le navi a disposizione che smistano i migranti, ma con un periodo di quarantena in posti adibiti ad hoc per le esigenze sanitarie e di prevenzione, come caserme o Covid Hotel. Solo dopo dovrebbe avvenire la distribuzione nei centri di accoglienza delle diverse regioni.
Salvini: “Non possiamo invitare i turisti su un’isola che vede migliaia di sbarchi”
Gli sbarchi di Lampedusa hanno riportato il tema dei migranti nel dibattito politico, in primis con le dichiarazioni del leader della Lega Matteo Salvini: “2.148 sbarchi in 24 ore non sono compatibili con un paese che vuole ripartire. Ne parleremo con Draghi”, ha dichiarato ieri il segretario del Carroccio, che nei giorni scorsi aveva chiesto un incontro al premier sul tema. “Porteremo i modelli degli altri Paesi europei, l’Italia faccia come la Grecia, la Spagna, la Francia. Bisogna controllare le frontiere, non possiamo sostenere gli sbarchi”.
“Con Lamorgese ci siamo messaggiati ieri, però se si aspetta la solidarietà europea penso che andrà a finire come sui vaccini: il nulla”, ha aggiunto. “Gli altri paesi non stanno aspettando l’Europa, ma stanno difendendo i loro territori per conto loro con pieno diritto. Il presidente Draghi dice che noi meritiamo rispetto e anche sul fronte dell’immigrazione meritiamo rispetto. Non possiamo invitare i turisti da mezzo mondo su un’isola che ogni giorno vede migliaia di sbarchi. Non è serio”. A Lampedusa, intanto, proprio in vista della stagione turistica, sono stati somministrati 3.600 vaccini alla popolazione, nel primo weekend di immunizzazione di massa previsto per gli abitanti dell’isola.
Lamorgese chiede all’Ue un “meccanismo europeo di solidarietà”
Sul piano europeo, la proposta della Commissione per il superamento degli accordi di Dublino, con nuove norme per i richiedenti asilo, è tornata d’attualità a settembre dell’anno scorso, ma poi tutto si è fermato ancora una volta. Oggi i ministri dell’Interno europei parteciperanno con Lamorgese ad un summit sui flussi migratori, insieme a una decina di Paesi africani, e alle principali organizzazioni internazionali.
La ministra dell’Interno, che il 20 maggio sarà a Tunisi, sta pressando sia la Commissione che i singoli Stati europei per mettere in piedi al più presto “un meccanismo europeo di solidarietà su base volontaria” per tutti i migranti salvati in mare, in modo simile all’accordo di Malta del 2019. Al momento sembra siano disponibili la Francia, il Portogallo, la Spagna e la Romania. Più incerta la situazione della Germania, dove a settembre è previsto il voto.
L’Unhcr all’Ue: “Serve meccanismo più efficace per salvare vite in mare”
Sempre nella giornata di ieri, l’Alto commissario per i rifugiati dell’Onu, Filippo Grandi, è intervenuto sul tema dei flussi migratori, sottolineando che sugli arrivi degli ultimi giorni a Lampedusa “stiamo parlando di numeri gestibili“. La preoccupazione dell’Alto commissario riguarda invece il meccanismo messo in piedi dall’Italia e dall’Ue sui salvataggi di migranti al largo della Libia. “Ciò di cui abbiamo bisogno è di un meccanismo più prevedibile ed efficace per salvare vite in mare”, ha dichiarato Grandi e di “fermare i respingimenti che avvengono in tutta la frontiera esterna dell’Ue”. Per l’Alto commissario, “questo è il minimo che l’Europa dovrebbe mettere in piedi“.
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