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    Italo Bocchino: “Per fare una come Meloni ci vogliono mille Schlein. Sono un pizzico antifascista”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 3 Apr. 2023 alle 13:55

    Italo Bocchino: “Per fare una come Meloni ci vogliono mille Schlein. Sono un pizzico antifascista”

    “Ho rimesso a posto la mia vita”. Italo Bocchino parla del suo ritorno alla ribalta dopo dieci anni di assenza dalla politica. “Ho riflettuto sugli errori commessi, alla fine un uomo è il prodotto degli errori commessi. Ho letto i libri che non avevo letto, visto i film che mi ero perso, ho viaggiato. Sono in partenza per l’India”, afferma l’ex deputato in un’intervista a La Repubblica. Dopo aver lasciato il parlamento nel 2013, è tornato al Secolo d’Italia come giornalista: “ora ne sono il direttore editoriale. E ho fatto consulenze per alcune imprese sulla comunicazione”. Con l’arrivo al governo di Giorgia Meloni, è tornato stabilmente in televisione. “Ho un contratto con Otto e mezzo e Piazza Pulita: vado lì”.

    Una rinascita televisiva che attribuisce alla presidente del Consiglio. “Le devo la mia rinascita pubblica. Nei talk smonto le falsità contro il governo”. Bocchino si autodefinisce un fedele “ortodosso” di Meloni, dopo essere stato scettico delle prospettive di Fratelli d’Italia. “Mi sono convertito. E come tutti i convertiti sono più convinto di altri”.

    Secondo Bocchino, Giorgia Meloni “sarà la nuova Merkel”. “Ha fatto un capolavoro, rimettendo insieme tutti i cocci della diaspora a destra. Ha mantenuto l’identità ma dentro un tasso di alleabilità altissimo”.

    Nessuna possibilità per il Pd di avvicinare Fratelli d’Italia, nonostante le tendenze rilevate negli ultimi sondaggi. ”Ci vorrebbero mille Schlein per fare una Meloni. Meloni è una fuoriclasse che la sinistra c’invidia”. A spiegare questa eccezionalità, secondo Bocchino, è anche la biografia del capo del governo. “Nata in una famiglia monogenitoriale che non navigava nell’oro, si è dovuta fare largo in un partito maschilista, e così è diventata la prima premier donna. La sinistra invece ha come leader una con tre passaporti”.

    Il direttore del Secolo commenta anche le recenti polemiche sulle Fosse Ardeatine. Anche se si definisce “un pizzico antifascista” non si sbilancia sull’uscita del presidente del Senato, Ignazio La Russa, sull’attentato di via Rasella, che avrebbe solo “fatto una sintesi eccessiva su un tema complesso, ma Ignazio resta una figura specchiata”.

    Per il futuro, non c’è alcuna intenzione di tornare a fare politica (“ho chiuso”). “Sono felice così. Sei anni fa ho conosciuto un medico, Giusi. Presto ci sposiamo”.

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