“Mio padre è stato ammazzato dalla malasanità”. Rosa Truono, figlia di Lucio Truono, 43enne trovato morto nella sua abitazione di Londra lo scorso 14 aprile, non ha dubbi e in un’intervista al quotidiano “La Città di Salerno” si sfoga lanciando accuse verso gli operatori sanitari che hanno avuto in cura il padre. Per Rosa, Lucio è morto a causa del Coronavirus e del negato ricovero in ospedale da parte del personale sanitario londinese. Truono sarebbe stato visitato in un ospedale di Londra, dove risiedeva da diversi anni e lavorava come orafo, ma i medici l’avrebbero rimandato a casa, dove è morto, forse per le conseguenze del virus. Quel che è certo è che il tampone effettuato sulla salma dell’uomo è risultato positivo.
Lucio è morto solo, lontano dai suoi affetti familiari e dai suoi amici. Il 43enne, originario di Giffoni Vallepiana, in provincia di Salerno, si era recato in ospedale denunciando febbre alta e difficoltà respiratorie. Dopo un veloce controllo era stato dimesso. A denunciare il suo caso è stato anche il direttore del Festival del cinema di Giffoni Claudio Gubitosi, con cui in passato Truono aveva collaborato. Gubitosi ha scritto una lettera al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: “Lucio si era recato in ospedale perché accusava un forte stato febbrile, sperando di essere ricoverato. I medici lo hanno rispedito a casa. Le sue condizioni si sono aggravate fino alla morte. Una sua amica, sollecitata dagli amici di Giffoni ai quali Lucio non rispondeva più al telefono, si è recata sul posto e ha chiamato la polizia. Ti prego di segnalare questa terribile storia alla nostra ambasciata a Londra, perché possa fare luce e acquisire tutte le informazioni utili. Grazie per quello che farai”.
Una fine drammatica per l’esperto orafo con l’hobby della musica. Dopo la separazione dalla moglie, Lucio era emigrato nella capitale inglese, dove lavorava per una grossa società nel quartiere di Hatton Garden, famoso proprio per le numerose attività di lavorazione dell’oro.
Anche Lucia Vuolo, europarlamentare della Lega, si è interessata del caso. Ha raccontato a noi di TPI che chiederà al Parlamento europeo di fare luce sul decesso del 43enne e a tal fine sta preparando un’interrogazione che sarà destinata al Capo negoziazione UE-UK.
“Lucio Truono aveva il Coronavirus. La conferma è arrivata dal tampone che è stato eseguito sulla salma. Una certezza che deve portare a serie riflessioni su come questo vile virus venga troppe volte sottovalutato: all’inizio in Italia e ora, a scoppio ritardato, negli altri Paesi”, spiega Vuolo. “Ancora oggi, i troppi morti italiani non sono considerati all’estero come monito. Si parla già di ‘fase 2’, in Italia e all’estero, anche in nazioni che non hanno neanche raggiunto il picco. Ho la sensazione che questa corsa alla normalità possa vanificare due mesi di lockdown in Italia. Stesso discorso per il nostro Bel Paese. Tante proposte che si basano sui dati ufficiali, dimenticando però che i casi reali sono enormemente superiori a quelli registrati fino a ora”.
L’euoparlamentare leghista ha così deciso di agire e portare all’attenzione dell’Europa anche i casi degli italiani oggi all’estero e in grave difficoltà. “Dal 1° febbraio 2020, gli italiani in Regno Unito sono in un Paese giuridicamente terzo all’Unione europea. Sono in corso dei negoziati tra UE e Sua Maestà per stabilire metodi e tempi della transizione dal sistema condiviso a quello autonomo. Tutto dovrebbe concludersi al 31 dicembre 2020. È comprensibile come sia complesso individuare i criteri oggettivi. Ciò nonostante, sto finendo di redigere l’interrogazione in cui chiederò in che modo i negoziati si stiano ponendo per salvaguardare la salute di connazionali che, come Lucio Truono o Luca Di Nicola, erano nel Regno Unito e avevano bisogno di cure urgenti. Quando avrò risposta, darò aggiornamenti in tal senso”.
Nei prossimi giorni, la salma di Lucio Truono dovrebbe rientrare in Italia. “Apprendo che la Farnesina si è mossa per garantire il rientro della salma del nostro connazionale. Posso ben comprendere le difficoltà di questo periodo, spero che Lucio possa tornare almeno per l’estremo saluto dei suoi cari”, ha proseguito Vuolo che annuncia di essere in contatto con altri italiani all’estero.
“A poche ore dall’entrata in vigore dell’isolamento dell’Italia (13 marzo 2020) e quindi a seguire di tutti gli altri Stati, sono stata contattata dai nostri connazionali bloccati all’estero. Chi per turismo, chi per lavoro, nessuno poteva più rientrare a casa. È stato fatto un lavoro incredibile tra Roma e Bruxelles per far tornare in Italia quasi tutti”.
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