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    Italia: dai biscotti all’olio, la cannabis arriva a tavola

    Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che ha stabilito il limite massimo di Thc, è stato dato il via libera ai prodotti realizzati con i semi di cannabis

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 16 Gen. 2020 alle 17:33

    Via libera alla Cannabis a tavola in Italia: dai biscotti all’olio

    Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, in cui vengono stabiliti i limiti massimi di Thc negli alimenti, è stato dato il via libera alla cannabis a tavola in Italia: dai biscotti all’olio, ecco quali sono i prodotti interessati.

    Lo rende noto la Coldiretti in un comunicato pubblicato sul proprio sito.

    Il decreto del ministero della Salute fornisce, secondo la Coldiretti, “risposte alle centinaia di aziende agricole che hanno investito nella coltivazione di questo tipo di pianta. Basti pensare, che i terreni coltivati in Italia in cinque anni sono aumentati di dieci volte, passando dai 400 ettari del 2013 a quasi 4000 nel 2018”.

    Per quanto riguarda i limiti di Thc la Coldiretti informa che “Il limite massimo di Thc per i semi di cannabis sativa, la farina ottenuta da semi e gli integratori contenenti alimenti derivati è di 2 milligrammi per chilo, mentre per l’olio ottenuto da semi è di 5 milligrammi per chilo”.

    “L’attesa pubblicazione in Gazzetta – si legge ancora nel comunicato – fa chiarezza su un settore che negli ultimi anni ha visto un vero e proprio boom”.

    Tra i prodotti proposti con gli estratti di cannabis, infatti, c’è il pane, ma anche i biscotti e l’olio.

    Non solo, c’è “anche chi la usa per produrre ricotta, tofu e una gustosa bevanda vegana, oltre che la birra”.

    “Dalla cannabis si ricavano inoltre – continua Coldiretti – oli usati per la cosmetica, resine e tessuti naturali ottimi sia per l’abbigliamento, poiché tengono fresco d’estate e caldo d’inverno, sia per l’arredamento, grazie alla grande resistenza di questo tipo di fibra”.

    “Serve ora un analogo intervento legislativo per regolamentare una volta per tutte anche il settore che coinvolge la commercializzazione dei derivati della cannabis sativa nel rispetto dei principi costituzionali e convenzionali” è la richiesta dell’associazione degli agricoltori italiani.

    “Per la coltivazione e vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di principio psicotropo (Thc) si stima – conclude la Coldiretti – un giro d’affari potenziale stimato in oltre 40 milioni di euro con un rilevante impatto occupazionale per effetto del coinvolgimento di centinaia di aziende agricole”.

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