Gli asportano un cancro al cervello mentre suona il pianoforte
Mentre suonava il pianoforte, i medici gli asportavano un cancro al cervello. È successo all’ospedale Bufalini di Cesena, teatro venerdì 15 novembre di un sofisticato intervento di ‘Awake Surgery’ – chirurgia a paziente sveglio – su un insegnante cultore di musica jazz che durante l’operazione di neurochirurgia ha eseguito alcune melodie al pianoforte, permettendo ai camici verdi di individuare e preservare le aree associate all’abilità musicale. Ne dà notizia oggi l’Ausl della Romagna.
L’intervento sul musicista è durato circa 5 ore e “ciò che lo rende piuttosto raro ed eccezionale – precisa Luigino Tosatto, direttore dell’Unità operativa di Neurochirurgia dell’ospedale Bufalini, insieme a Vincenzo Antonelli e Giuseppe Maimone – è che in questo paziente per la prima volta abbiamo localizzato alcune aree cerebrali specifiche per la musica, molto complesse da rilevare, per preservare le sue abilità musicali durante l’asportazione della massa tumorale. Tale approccio ci permetterà anche di comprendere meglio la complessità dei processi cerebrali che sottendono alcune funzioni cognitive superiori della mente umana, fra cui le abilità artistiche e musicali”.
In particolare, durante l’operazione sono state mappate e monitorate tre diverse capacità di comprensione musicale: il riconoscimento dei toni melodici, il ritmo e il contorno musicale.
La Neurochirurgia del Bufalini ha iniziato ha praticare l’Awake Surgery da qualche anno, spiegano dall’azienda sanitaria, dopo un periodo di perfezionamento degli specialisti cesenati in diversi centri tra cui il Dipartimento di Neuroscienze dell’università di Montpellier (Francia) diretta da Hughes Duffau, luminare del settore.
Durante la procedura il paziente rimane sveglio, vigile e in grado di rispondere a una serie di test prestabiliti proposti dal neuropsicologo, in modo da localizzare e asportare nel modo più completo e preciso possibile la massa tumorale senza danneggiare le aree cerebrali che regolano il linguaggio, il movimento e le altre funzioni cognitive superiori. Con l’obiettivo finale di salvaguardare la qualità di vita del paziente.