Luca Zambelli, avvocato di 49 anni di Settimo Torinese, è morto dopo essere stato colto da un infarto mentre faceva jogging al parco del Valentino, a Torino, domenica mattina. L’ambulanza arrivata per soccorrerlo, secondo il verbale degli operatori e il racconto dei testimoni, è rimasta bloccata dai dissuasori elettronici che fermano le macchine all’ingresso del parco su corso Massimo D’Azeglio. L’episodio ha scatenato molte polemiche anche per la difficoltà nel reperire un defibrillatore all’interno del parco.
Zambelli si è sentito male mentre correva. Alcuni podisti lo hanno visto cadere a terra e hanno iniziato a cercare un defibrillatore, qualcun altro ha chiamato un’ambulanza. Ma quando i soccorritori sono arrivati i varchi sono rimasti chiusi e nemmeno l’intervento della guardia di finanza è riuscito a sbloccarli.
Gli agenti hanno caricato in macchina due sanitari dell’ambulanza con l’attrezzatura e hanno fatto il giro del parco per raggiungere il paziente evitando i varchi. Anche un medico che si trovava in zona ha cercato di salvare Zambelli, praticandogli un massaggio cardiaco fino all’arrivo dei sanitari. Ma ogni tentativo è stato inutile: l’avvocato è morto poco dopo l’arrivo dei soccorritori.
I varchi dovrebbero aprirsi automaticamente quando passa un mezzo di soccorso, ma qualcosa evidentemente è andato storto. L’ambulanza, secondo quanto risulta alla centrale del 118, risulta arrivata in corso Massimo d’Azeglio nei tempi previsti per un normale intervento. Al momento non è noto quanto sia durato l’effettivo ritardo procurato dal mancato abbassamento dei piloni mobili e se questo sia stato determinante per la morte di Zambelli.
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