A partire da lunedì 11 gennaio, sarebbero almeno tre le Regioni che diventano arancioni (il weekend è per tutti di quel colore). Si tratta di Calabria, Emilia-Romagna e Lombardia. Verso l’arancione anche Veneto e Calabria. La Sicilia è in bilico tra la zona arancione e gialla. Le altre Regioni dovrebbero rimanere in zona gialla. I dati emergono dal monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità. La decisione finale sarà presa dopo la riunione del Cts, attualmente in corso.
L’indice Rt sopra 1
In base al monitoraggio della Cabina di regia del ministero alla Salute e dell’Istituto superiore di sanità sul periodo 28 dicembre-3 gennaio, l’indice di contagio Rt è tornato sopra 1 in Italia dopo 6 settimane. “Nel periodo 15-28 dicembre 2020 – si legge nel report – l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,03 (range 0,98 – 1,13) in aumento da quattro settimane e per la prima volta, dopo sei settimane, sopra uno”.
Le Regioni a rischio
Secondo il report dell’Iss, sono 12 le Regioni classificate a rischio alto, e dove potrebbero essere applicate misure più restrittive. La scorsa settimana non ce n’era nemmeno una. “Complessivamente – si legge nel report – questo porta alla classificazione di 12 Regioni/PPAA a rischio alto questa settimana (vs nessuna la settimana precedente), 8 a rischio moderato (di cui due ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e solo una Regione (Toscana) a rischio basso. Tre Regioni/PPAA (Calabria, Emilia-Romagna e Lombardia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel valore inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2, altre 6 (Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, V. d’Aosta) lo superano nel valore medio, e altre quattro lo raggiungono (Puglia) o lo sfiorano (Lazio, Piemonte e Veneto)”.
Il peggioramento generale dopo le feste
“Questa settimana si osserva un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese. L’incidenza a 14 giorni torna a crescere dopo alcune settimane di decrescita, aumenta anche l’impatto della pandemia sui servizi assistenziali e questo si traduce in un aumento generale del rischio”. L’epidemia – prosegue il report – si trova in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti. Questo avverrebbe in un contesto di elevata incidenza con una pressione assistenziale ancora elevata ed in crescita in molte Regioni”.
Le terapie intensive
I tecnici della Cabina di regia spiegano che 13 Regioni e Province hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva oppure delle aree mediche sopra la soglia critica (La settimana scorsa erano 13). “Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale torna a essere sopra la soglia critica (30%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.565 (28/12/2020) a 2.579 (04/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è invece lievemente diminuito passando da 23.932 (28/12/2020) a 23.317 (04/01/2021). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali”.
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