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    Incidente sul lavoro a Modena: l’operaia non era stata formata all’utilizzo del macchinario che l’ha uccisa

    Esterno dell'azienda Bombonette a Camposanto, in provincia di Modena, dove Laila El Harim ha perso la vita rimanendo incastrata in un macchinario, il 3 agosto 2021. Credit: ANSA/FRANCESCO VECCHI
    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 10 Ago. 2021 alle 16:30

    Incidente sul lavoro a Modena: l’operaia non era stata formata all’utilizzo del macchinario che l’ha uccisa

    Laila El Harim, l’operaia morta la scorsa settimana mentre lavorava per un’azienda di packaging e lavorazione della carta di Modena, non era stata formata all’utilizzo del macchinario che l’ha uccisa. Secondo alcune indiscrezioni riportate dall’Ansa, sarebbe una delle conclusioni a cui è arrivata l’indagine della procura di Modena sulla morte della 40enne, il cui funerale si terrà oggi alle 18 a Massa Finalese.

    Lo scorso 3 agosto El Harim è rimasta incastrata in una fustellatrice, macchinario utilizzato per eseguire tagli e pieghe, in un incidente che ha ricordato quello che ha causato la morte di Luana D’Orazio, operaia di 22 anni uccisa a maggio da un orditoio in un’azienda tessile in provincia di Prato.

    Negli scorsi giorni il compagno Manuele Altiero, è stato sentito dagli ispettori del lavoro a cui ha consegnato il telefono di El Harim. L’operaia della Bombonette di Camposanto aveva inviato ad Altiero diverse foto della fustellatrice per chiedergli pareri sul malfunzionamento del macchinario, di cui avrebbe segnalato diverse volte la pericolosità.

    Secondo una prima relazione dell’Ispettorato nazionale del lavoro, il blocco d’emergenza della fustellatrice poteva essere azionato solo manualmente e non automaticamente. “Ciò ha consentito un’operazione non sicura che ha cagionato la morte per schiacciamento”, ha dichiarato l’ispettorato.

    La donna, di origine marocchina e in Italia da circa 20 anni, ha lasciato una figlia di 5 anni.

    Attualmente sono iscritti al registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo il legale rappresentante dell’azienda e il responsabile alla sicurezza, nipote del titolare.

    Nei primi sei mesi di quest’anno, le morti sul lavoro in Italia sono state 538, rispetto alle 570 registrate nello stesso periodo del 2020, mentre le denunce per infortunio sono state 266.804, l’8,9 percento in più rispetto ai primi sei mesi dell’anno scorso. Secondo l’Inail, in tutto il 2020 le morti sul lavoro sono aumentate a 799 dalle 705 dell’anno precedente, mentre le denunce per infortunio sono diminuite a 375.238 dalle 415.725 del 2019.

    Nella relazione annuale dell’Inail, presentata a luglio in parlamento, l’ente ha dichiarato che l’86,57 percento delle 7.486 aziende ispezionate nel 2020 sono risultate irregolari, un dato definito “inaccettabile” dal ministro del Lavoro Andrea Orlando.

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