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    Incidente Roma, maxi perizia per dimostrare l’innocenza di Pietro Genovese

    I legali di Pietro Genovese rinunciano all'annullamento della misura cautelare e si affidano alle indagini della procura per dimostrare l'impossibilità di evitare l'impatto

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 15 Gen. 2020 alle 14:34

    Incidente Roma, maxi perizia per dimostrare l’innocenza di Genovese

    I difensori di Pietro Genovese, il 20enne romano che nella notte del 21 dicembre ha investito e ucciso a corso Francia le due 16enni Gaia e Camilla, non hanno chiesto l’annullamento della misura cautelare per il loro assistito.

    I legali hanno deciso di affidarsi al prosieguo delle indagini della procura per dimostrare l’impossibilità di evitare l’impatto dopo essere regolarmente partito col verde dal semaforo.

    Come riporta il Messaggero, infatti, il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e il pm Roberto Felici hanno affidato a un esperto in infortunistica stradale, l’ingegnere Mario Scipioni, la perizia che dovrebbe chiarire la dinamica dell’incidente.

    Genovese ha dato la sua versione su quanto accaduto quella notte in Corso Francia. Nell’interrogatorio, il 20enne è più volte scoppiato in lacrime. Al Gip ha dichiarato: “Sono ripartito con il verde, al semaforo che si trova all’altezza dello svincolo del Foro Italico. Questo lo ricordo. Ma le ragazze non le ho proprio viste, ho sentito una botta sul cofano, dopo l’impatto non riuscivo a fermarmi. Non so esattamente a quanto andassi, ma non credo di avere superato i 50 chilometri orari”.

    Nell’interrogatorio di giovedì 2 gennaio Genovese si è anche detto “sconvolto e devastato per quello che è successo”.

    Secondo quanto riferito dai suoi legali, il ragazzo ha “risposto alle domande del gip, ma sul contenuto dell’atto istruttorio manteniamo il più stretto riserbo”.

    Gli avvocati, poi, hanno affermato che Pietro Genovese “non è il killer che è stato descritto e merita rispetto e comprensione come le famiglie delle due ragazze”.

    Intanto, ci sarebbero altri possibili indagati per la morte delle due 16enni Gaia e Camilla. Si tratta dei funzionari responsabili di Roma Mobilità, società partecipata totalmente dal Campidoglio, perché il semaforo incriminato su Corso Francia non ha l’arancione, passa direttamente dal verde al rosso. Questo potrebbe aver concorso alla morte delle due 16enni.

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