Incidente Roma, l’interrogatorio di Pietro Genovese: “Sono devastato”
“Sconvolto e devastato per quello che è successo”: sono le parole pronunciate da Pietro Genovese oggi, giovedì 2 gennaio, davanti al giudice delle indagini preliminari Bernadette Nicotra durante l’interrogatorio sull’incidente avvenuto lo scorso 22 dicembre a Corso Francia, a Roma, in cui il giovane ha investito e ucciso le 16enni Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann.
L’interrogatorio
L’interrogatorio, secondo quanto si apprende, è durato circa un’ora. Genovese, che si è detto anche “sinceramente provato sul piano umano” era accompagnato dai suoi difensori, Gianluca Tognozzi e Franco Coppi.
“Sono partito con il verde”: ha ribadito Pietro Genovese rispondendo al gip. Nel corso dell’atto istruttorio l’indagato ha ricostruito, spesso interrotto dalle lacrime, la sera dell’incidente che aveva trascorso a casa di un amico per festeggiare il ritorno dall’Erasmus. Tornando a casa ha percorso Corso Francia dove, avrebbe affermato, è ripartito con il semaforo che segnava “verde”.
Arresti domiciliari
Genovese (qui il suo profilo), che si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio stradale plurimo, è stato ascoltato dal giudice per chiarire diversi aspetti della vicenda: dalla velocità della sua auto al fatto di essere stato trovato positivo al test dell’alcol e della droga.
Secondo quanto riferito dai suoi legali, il ragazzo ha “risposto alle domande del gip, ma sul contenuto dell’atto istruttorio manteniamo il più stretto riserbo”.
Gli avvocato, poi, hanno affermato che Pietro Genovese “non è il killer che è stato descritto e merita rispetto e comprensione come le famiglie delle due ragazze”.
Le indagini
Genovese era già stato sentito dagli inquirenti nelle ore successive all’incidente. In quell’occasione, il giovane, figlio del noto regista Paolo, aveva detto, secondo quanto rivelato dal Corriere della Sera: “Gaia e Camilla sono sbucate dal nulla, non le ho viste attraversare”.
Intanto, sul fronte delle indagini sono ancora molti i dubbi da chiarire su ciò che è accaduto con precisione la sera del 22 dicembre scorso a Corso Francia.
Nella giornata di domani, venerdì 3 gennaio, intanto, dovrebbero essere riascoltati anche gli amici che si trovavano in macchina con Pietro Genovese al momento dell’impatto e che nei giorni scorsi avevano confermato la versione del 20enne, ovvero che le due 16enni non potevano essere evitate perché sbucate all’improvviso.