Incidente Roma, Bongiorno: “Più rispetto per Gaia e Camilla, una tragedia”
Le ultime due settimane in Italia sono state letteralmente monopolizzate dal caso dell’incidente avvenuto a Roma nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019, quando le 16enni Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli sono state investite e uccise da un’auto, guidata da Pietro Genovese, sul Corso Francia, nei pressi di Ponte Milvio. Tra retroscena, ricostruzioni e nuove testimonianze, tutti i giornali hanno cercato di far luce sul caso, scatenando però anche le reazioni dei genitori delle due vittime.
Adesso è l’ex ministro della Pubblica amministrazione (nel governo Lega-M5s) Giulia Bongiorno, avvocato della famiglia di Gaia, a fare un nuovo appello affinché si abbassino i toni sul tragico incidente di Corso Francia. In un’intervista al Corriere della Sera, Bongiorno ha chiesto “più rispetto” per quella che è “una tragedia e non una fiction”.
“I tempi della giustizia – ha dichiarato l’avvocato al Corriere – non sono veloci come quelli delle notizie, che magari poi vengono smentite. Allora resistete alla tentazione di trattare queste ragazze come i personaggi di una fiction. Non è un videogioco. Ci sono due ragazze morte, due ragazze in carne e ossa, e quattro genitori che, di fronte a quello che sta succedendo, ogni giorno sentono amplificare il proprio dolore”.
Secondo Giulia Bongiorno, nonostante le persone comuni “stiano dimostrando grande solidarietà alle famiglia”, nell’opinione pubblica si sta sviluppando un interesse “morboso” sull’incidente di Roma: “Si va alla ricerca spasmodica di novità, di dettagli a effetto. Proliferano testimoni mediatici che raccontano fatti spesso in contrasto tra loro. E ogni elemento, nonostante le contraddizioni, viene amplificato come fosse la verità. Fioccano commenti gravemente offensivi non solo nei confronti della famiglia, ma anche delle stesse Gaia e Camilla. Si dice che erano incoscienti prendendo per buone voci tutte da verificare e si dà per pacifico che le ragazze abbiano scavalcato il guard-rail, che abbiano attraversato lontano dalle strisce, a semaforo rosso, che siano state mezze pazze, ormai sembra quasi si siano suicidate”.
“È grave spacciare una primissima ipotesi investigativa (secondo la quale le ragazze hanno scavalcato il guard-rail, ndr), come un fatto oggettivo: le indagini sono in fase ancora embrionale. Invece c’è chi ha addirittura inventato di sana pianta una sorta di “roulette russa” stradale e chi ha obiettato che le ragazze non avrebbero dovuto stare in giro a quell’ora, che i genitori avrebbero dovuto controllarle”.
Secondo Bongiorno, la famiglia von Freymann si è chiusa nel suo dolore e attende “in silenzio” l’esito delle indagini. Ma non accetta che si metta in discussione la propria capacità di “controllare” la figlia: “Gaia, da figlia di genitori separati, aveva un doppio controllo: della madre e del padre. Non le avevano comprato il motorino, né la macchinetta. Del resto, dopo l’incidente stradale del padre, che ha perso l’uso delle gambe, lei era terrorizzata dalle strade. Era una ragazza gioiosa ed entusiasta, ma anche prudente, matura, precisa. Per esempio, rispondeva sempre subito agli sms dei genitori: non tutti i ragazzi lo fanno. L’unica volta che non lo ha fatto è stato sabato notte”.