Alex Britti: “Mi hanno chiesto un selfie davanti ai fiori per il piccolo Manuel. Social problema anche degli adulti”
“Proprio in quel momento, davanti ai tanti fiori posati sul posto, un uomo mi si è affiancato su uno scooterone e mi ha chiesto un selfie. Io non me la sono sentita e ho rifiutato”. È quanto accaduto ad Alex Britti, nel luogo del tragico incidente del 14 giugno scorso, in cui ha perso la vita un bambino di cinque anni.
Il cantante, da poco trasferitosi a Casal Palocco, ha detto al Messaggero che da quel giorno non era più riuscito a tornare a via di Macchia Saponara, dove una Lamborghini guidata da un gruppo di youtuber si è schiantata contro una Smart ForFour in cui si trovava una donna con i suoi due figli. “Vado spesso a fare la spesa lì. Ma dopo l’incidente non sono più andato. Mi sono commosso ieri nel tornarci pensando che il piccolo che ha perso la vita è poco più piccolo di mio figlio”, ha detto Britti, intervistato ieri nella casa in cui si è trasferito appena due mesi fa.
Il chitarrista ha ammesso che le sfide, o “challenge” tra giovani “sono sempre esistite. “Quando ero giovane io i ragazzi si davano appuntamento sull’Olimpica per fare le gare con la moto”, ha detto, ammettendo che oggi sarebbero riprese da una diretta social. “Nei limiti purtroppo tutti da giovani abbiamo fatto cose stupide. Sfido chi dice di non aver mai fatto sfide da ragazzino. Con i social e la viralità queste sfide sono diventate più pericolose”.
“Passando ieri lì per la prima volta dall’incidente mi sono commosso e ho aperto il finestrino”, ha detto. “Quest’uomo sullo scooter ridendo e scherzando mi si è avvicinato e mi ha chiesto un selfie. Mi è dispiaciuto ma ho fatto finta di nulla. Dopo si è fermato più avanti a una rotonda e a quel punto mi sono prestato. Loro nella macchina a fare una sfida erano ragazzini. Ma l’uomo che mi ha chiesto un selfie davanti ai peluche era un adulto. I social sono anche questo”.