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    Dai fascisti alla pista dello spaccio: le ipotesi sugli incendi a La pecora elettrica e al Baraka Bistrot a Centocelle

    La pista fascista non è l'unica al vaglio degli inquirenti: c'è anche un altro filone che porta diritto alla malavita romana

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 9 Nov. 2019 alle 10:25

    Dai fascisti alla pista dello spaccio: le ipotesi sugli incendi a La pecora elettrica e al Baraka Bistrot a Centocelle

    Dopo l’incendio alla libreria “La Pecora Elettrica”, un nuovo rogo ha colpito un locale di Centocelle. Si tratta del “Baraka Bistrot”, un bar in via dei Ciclamini, dato alla fiamme questa notte. Ma perché questi luoghi di aggregazione sono stati colpiti da incendi? Quali sono le cause dei roghi?

    Una pista di cui si è molto parlato sulla stampa lega gli incendi al fatto che la caffetteria/libreria sia un luogo dichiaratamente antifascista. La Pecora Elettrica, lo ricordiamo, è stata incendiata la prima volta la notte del 25 aprile, una data fortemente simbolica, dal momento che ricorre in quel giorno l’anniversario della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista.

    La libreria di Centocelle avrebbe dovuto riaprire il 7 novembre, ma la notte precedente è stata distrutta dal nuovo rogo. In entrambi i casi si tratta di incendi di matrice dolosa.

    La pista fascista potrebbe essere valida anche per il Baraka Bistrot, che nei giorni scorsi aveva espresso pubblicamente solidarietà a La Pecora Elettrica condividendo un post sui social network.

    Erano tantissime le realtà che si erano mosse, dopo il primo incendio alla libreria, con una raccolta fondi arrivata a quota 50mila euro.

    Tuttavia, questa ipotesi non è la sola al vaglio degli investigatori. Esiste infatti una pista secondo cui questi locali in zona Centocelle avrebbero disturbato un giro di spaccio in un parco vicino.

    Quasi un mese fa, infatti, un altro rogo era scoppiato in un locale sulla stessa via de La Pecora elettrica: si tratta della pizzeria Cento55, che non aveva nessuna connotazione in senso antifascista, ma che è stata data alle fiamme la notte dello scorso 9 ottobre.

    Ma c’è un altro particolare, che chi indaga ha preso in considerazione e che il rogo al Baraka Bistrot conferma. Sembra infatti che ad essere colpiti siano stati gli unici locali aperti fino a tardi la sera nella zona, che quindi avrebbero forse potuto disturbare le attività della malavita romana.

    I residenti della zona, in alcune testimonianze riportate da RomaToday, sottolineano: “In questo territorio, oltre le due attività commerciali incendiate c’è un’altra attività che fa affari, quelli dello spaccio. Lo sanno tutti qui”.

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