Gli inquirenti italiani stanno cercando di capire quali fossero i piani nel nostro Paese di Ilkhomi Sayarakhmonzoda, il 32enne del Tagikistan arrestato ieri all’aeroporto di Fiumicino con l’accusato di essere un terrorista dell’Isis.
L’uomo è stato fermato e arrestato dalla Polizia mentre stava per salire su un treno diretto alla stazione di Roma Termini e si ritiene che avesse in programma di trattenersi in Italia almeno per qualche tempo.
Sayarakhmonzoda, sbarcato da un volo proveniente da Eindhoven, viaggiava sotto falsa identità – è stato trovato in possesso di passaporto falso intestato a Timur Settarov – ma è stato smascherato grazie al controllo delle impronte digitali all’arrivo a Fiumicino.
Non avendo precedenti nel nostro Paese, l’uomo non compariva nelle banche dati delle forze dell’ordine italiane. La Digos lo ha arrestato sulla base di una “red notice” dell’Interpol: su di lui pendeva un mandato di arresto internazionale per essersi arruolato nelle fila del sedicente Stato islamico ed essere andato in Siria a combattere nel 2014.
Il mandato d’arresto era stato emesso dal Tagikistan nel 2018. Sayarakhmonzoda era stato poi arrestato in Belgio nel luglio 2023. Non è chiaro se e perché sia stato rilasciato né come sia riuscito a raggiungere i Paesi Bassi.
Il presunto terrorista usava diversi alias con nazionalità diverse, in particolare di Uzbekistan, Kirghizistan e Ucraina. La Polizia gli ha sequestrato il telefono cellulare e 2mila euro in contanti.
Gli investigatori italiani sono ora al lavoro ricostruire i suoi contatti in Italia per stanare eventuali cellule dell’Isis sul territorio nazionale. Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, l’ipotesi che dovesse compiere un attentato è ritenuta improbabile. Si sospetta invece che la sua missione fosse quella di reclutare terroristi o consolidare una già avviata attività di reclutamento.