Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo: “Lottando per Stefano ci siamo innamorati”
Dieci anni di processi e battaglie legali vissuti uno di fianco all’altra: Ilaria Cucchi, sorella di Stefano – il 31enne romano trovato morto il 22 ottobre 2009 nel reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini di Roma – e Fabio Anselmo, avvocato della famiglia. Una continua lotta contro una falsa verità di Stato, contro occultamenti e depistaggi, che ha finito per unire a doppio filo le loro esistenze.
E oggi che finalmente è arrivata la sentenza di primo grado nel processo Cucchi Bis, con la condanna a 12 anni per omicidio preterintenzionale per Alessio Di Bernardo (ecco chi è) e Raffaele D’Alessandro (ecco chi è), oltre ai 2 anni e 6 mesi inflitti per falso al supertestimone Francesco Tedesco, i due possono parlare liberamente del loro amore. Perché Ilaria Cucchi e Stefano Anselmo, in questi anni, si sono innamorati e fidanzati. Una storia che considerano “un regalo di Stefano” e che hanno raccontato, oltre che nel libro “Il coraggio e l’amore” (Rizzoli), in un’intervista esclusiva a Repubblica.
Ilaria ha spiegato come si sono conosciuti, dicendo che una volta visto il corpo sfigurato di Stefano la sua famiglia aveva deciso di rivolgersi ad Anselmo, noto per essere l’avvocato che ha scoperto la verità sulla morte di Federico Aldrovandi, ucciso dai poliziotti. “La sera – aggiunge Fabio Anselmo – accesi la tv e vidi per la prima volta Ilaria: meravigliosa, pulita. E il suo modo di esprimersi era perfetto. Cavolo, pensai, è una figura molto potente. Era una ragazza giovane e molto bella, al telefono mi era sembrata una signora più matura”.
Nell’intervista, Ilaria Cucchi ammette di essersi “innamorata al primo istante. Posso dirlo finalmente? Non c’è niente di male. Restai colpita anche dal tuo modo di fare, perfino dalla voce al telefono”. Sentimenti ricambiati anche dall’avvocato, ma la verità sulla morte di Stefano veniva prima di tutto. “Mi rendevo conto – dice Anselmo – che stava succedendo qualcosa. Ma come potevo lasciarmi andare? C’era troppo dolore tra di noi: il dolore di una sorella e di una famiglia, il mio dolore personale legato alla condizione di mia moglie, uscita dal coma e mai più completamente ripresa”.
“Ogni volta – racconta ancora Ilaria – ero felice di sentire la sua voce. Poi arrivavano i sensi di colpa: come potevo essere contenta? Mi avevano ammazzato il fratello, e non riuscivo a ottenere la verità. Eppure quell’avvocato riusciva sempre a emozionarmi”.
Una dicotomia continua, un conflitto interiore tra una “missione” ancora da compiere e un sentimento, puro e inaspettato, che sbocciava dove prima c’era solo un terreno arido. È stato anche questo l’amore tra Ilaria Cucchi e Stefano Anselmo. Entrambi venivano da un’altra relazione, ma mentre per la sorella di Stefano è stato più facile lasciare un marito che “non ha mai brillato per presenza”, per l’avvocato è stato diverso: “Mia moglie – racconta ancora – era entrata in coma dopo aver partorito il nostro secondogenito. Poi ne era uscita, ma minata nel fisico e nell’indole. E il nostro equilibrio ne aveva pesantemente risentito. Non è stato facile lasciarla, per anni non mi sono dato pace perché io stavo bene e mia moglie no. Oggi è diverso. E devo tutto a Ilaria”.
Adesso, nonostante il processo non sia ancora concluso, l’obiettivo di entrambi è ritrovare un po’ di sana normalità. Qualcosa che, soprattutto per Ilaria, manca ormai da dieci lunghi anni. “A volte – ammette Anselmo – penso che Ilaria abbia diritto a un’esistenza libera dai processi, da storie che parlano solo di morti. E quindi libera anche da me”. Ma la compagna lo tranquillizza subito: “Per me è impossibile immaginarmi senza di lui”.