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    Catania: Ikea nega l’ingresso a un bambino disabile perché non ha la mascherina

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 10 Giu. 2020 alle 07:44

    Catania: Ikea nega l’ingresso a un bambino disabile perché non ha la mascherina

    Ikea nega l’ingresso a un bambino disabile perché non ha la mascherina: è accaduto a Catania lo scorso sabato 6 luglio. A denunciare l’accaduto è stata la mamma del piccolo in un post sul suo profilo Facebook che, oltretutto, è stato oscurato pochi minuti dopo la sua pubblicazione. Contattata dal quotidiano La Repubblica, Manuela Cirvilleri, questo il nome della mamma del bimbo, affetto dalla sindrome di Angelman ed esente dall’obbligo dell’uso delle mascherine proprio per la sua disabilità, racconta di essersi recata insieme al marito Piero e al figlio di 7 anni allo store Ikea di Catania. “Quando arriviamo all’ingresso, ci misurano la temperatura, poi ci bloccano. Nostro figlio è seduto su un passeggino posturale, porta una bandana al collo perché soffre di scialorrea e quindi sbava, tengo a precisare i dettagli perché chi ci ha fermato indugiava molto con lo sguardo sul bambino, abbiamo capito che hanno fatto caso a questo dettaglio”.

    Alla famiglia, quindi, viene chiesto di aspettare l’arrivo di un dirigente: “Quando scende si avvicina a noi, rammaricato, e ci dice che non possiamo entrare perché il bambino non ha la mascherina, io rispondo che la legge lo consente ma non vuole sentire ragioni, così ce ne andiamo e io li informo che avrei fatto una diretta sulla mia pagina Facebook dove denunciavo l’accaduto”. Così come promesso, Manuela Cirvilleri fa una diretta Facebook in cui denuncia l’accaduto, ma poco meno di 10 minuto dopo il suo profilo viene bloccato perché risulta errata la data di nascita. “Rimando i documenti in modo da riattivare il profilo subito – racconta Manuela – ma ad oggi è ancora oscurato, così faccio un’altra diretta stavolta su Instagram dove denuncio anche quest’altra cosa”.

    Il giorno seguente, la donna riceve una mail di scuse da parte di Ikea, che precisa anche la sua estraneità riguardo la questione del profilo Facebook oscurato della donna. In una nota, inoltre, la multinazionale svedese sottolinea: “Per Ikea Italia la tutela della salute dei nostri co-worker e clienti rappresenta una priorità. Per questa ragione, alla riapertura dei nostri store dopo il lockdown e in considerazione dell’inizio di una nuova fase dell’emergenza sanitaria, abbiamo deciso di adottare delle regole di accesso particolarmente stringenti, consentendo l’ingresso solo a chi indossasse la mascherina. Per venire incontro alle necessità di tutti quei clienti che non possono indossare la mascherina, Ikea ha messo a disposizione in negozio un supporto dedicato per consentire di effettuare i propri acquisti, proponendo di aiutarli a fare l’ordine e l’eventuale acquisto online, di preparare per loro conto il carrello e di attivare il servizio di progettazione da remoto. Nel caso specifico, anche alla signora Cirvilleri sono stati offerti questi servizi alternativi ma ha ritenuto di non utilizzarli”.

    Lo spot di Ikea contro l’omofobia

    “Questo tipo di gestione – continua Ikea – delle persone senza mascherina, con l’offerta di un servizio alternativo, è stata fatta in assoluta buona fede e con l’obiettivo di tutelare la salute di tutti all’interno dei nostri negozi, soprattutto di chi vive situazioni di particolare fragilità. Siamo profondamente rammaricati che la signora si sia sentita esclusa e per questo già nei giorni scorsi abbiamo preso contatti con lei per confrontarci, ascoltare le sue ragioni, spiegarle le nostre e capire come trovare insieme una soluzione per necessità come le sue. In linea con la nostra cultura aziendale, che si fonda sull’inclusione, sul dialogo e sulla volontà di trovare sempre delle soluzioni, abbiamo aperto un confronto con terze parti quali associazioni e aziende, ascoltato i nostri clienti e tenuto conto degli input di tutte le persone coinvolte.  Questo confronto ci ha permesso di elaborare nuove soluzioni, come la possibilità di utilizzare la visiera invece della mascherina e quella di prenotare un appuntamento online e di essere supportati da un co-worker che possa fornire un aiuto dedicato nell’esperienza d’acquisto. Rimarrà inoltre la possibilità di usufruire dei servizi già inizialmente previsti. Qualora nessuna di queste soluzioni fosse adeguata alle esigenze specifiche, le persone che come previsto dal Dpcm del 17 maggio 2020 non possono indossare la mascherina potranno entrare nei nostri store senza indossarla. I nostri store sono sempre stati luoghi aperti, sicuri e accoglienti e anche in questa fase così delicata siamo determinati a mantenere le nostre porte aperte per chiunque voglia venire a trovarci”.

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