Grillo, attacco sul blog a G7 e Nato: “Una parata ideologica” per sparare contro Cina e Russia
“Una parata ideologica” che ha dato la possibilità di “sparare a palle incatenate” contro Russia e Cina. Così in un articolo pubblicato sul blog del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo vengono definiti i recenti vertici del G7 e della Nato, fortemente critici della Cina.
L’articolo di di Andrea Zhok, professore di antropologia filosofica e filosofia morale all’università di Milano, che parla di un “richiamo all’ordine” degli Stati Uniti e di una propaganda da “guerra fredda”, è apparso sul blog pochi giorni dopo l’incontro tra Grillo e l’ambasciatore cinese a Roma di venerdì scorso. Alla visita all’ambasciata cinese, nello stesso giorno dell’inizio del vertice del G7 in Cornovaglia, aveva rinunciato a partecipare il leader incaricato del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, “per concomitanti impegni”.
Secondo quanto riportato da La Repubblica, il presidente del Consiglio Mario Draghi avrebbe chiesto rassicurazioni sulla linea del Movimento a diversi membri del primo partito nel parlamento, i quali gli avrebbero garantito che quella presa da Beppe Grillo è “una posizione personale e non politica”.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ieri ha specificato che il Movimento 5 Stelle non ha nessuna volontà di “mettere in discussione l’alleanza occidentale e l’Ue”. Alla trasmissione Cartabianca, Di Maio ha dichiarato che non c’è “alcuna ambiguità” da parte del Movimento 5 Stelle sui “punti cardine della politica estera italiana”, aggiungendo che “il presidente Draghi non mi ha sollevato nessuna questione legata ad imbarazzo”.
Da quando si è insediato lo scorso febbraio, il nuovo governo ha cambiato in maniera significativa i rapporti con la Cina dell’Italia, diventato due anni fa il primo membro del G7 ad aderire alla Belt and Road Initiative. L’Italia fa ancora parte, almeno formalmente, all’iniziativa con cui la Cina punta a migliorare i legami commerciali con altri paesi del mondo, ma non ha più stretto accordi negli ultimi mesi, mentre il governo italiano in diverse occasioni ha fermato o imposto limitati ad accordi tra imprese italiane e cinesi.