Green pass per tutti i lavoratori: multe fino a 1.500 euro e stop allo stipendio per chi non ha la certificazione
Il Consiglio dei ministri ieri ha approvato all’unanimità il nuovo decreto che estende a tutti i lavoratori del settore pubblico e privato l’obbligo del green pass, a partire dal 15 ottobre. In Italia, il primo tra i principali paesi europei a imporre un provvedimento simile, sarà escluso dall’obbligo solo chi non ha accesso ai luoghi di lavoro, come pensionati, casalinghe e disoccupati. Saranno invece tenuti a esibire la Certificazione verde Covid-19, rilasciata a chi è guarito o si è vaccinato da Covid-19 oppure si è sottoposto a tampone, anche lavoratori autonomi come colf, baby sitter e tassisti, oltre ai titolari e dipendenti di studi professionali e chi possiede una partita Iva.
Chi non ha il green pass non può subire conseguenze disciplinari o essere licenziato ma rischia multe fino a 1.500 euro e la sospensione dello stipendio.
Per i lavoratori in smart working al momento il governo non ha stabilito se sarà imposto l’obbligo, un punto che dovrà essere chiarito nelle linee guida stilate dai ministeri della Pubblica amministrazione e della Salute, che dovranno essere sottoscritte dal presidente del Consiglio Mario Draghi.
Il decreto, in vigore fino al 31 dicembre, ha imposto prezzi calmierati per i tamponi, che dovranno costare 8 euro per i minori e 15 euro per gli adulti e saranno gratuiti per i cittadini disabili o in condizioni di fragilità che non possono vaccinarsi e per i soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di certificazione medica.
A chi si applica
Nel settore pubblico l’obbligo del green pass si applica a tutto il personale della pubblica amministrazione tra cui “le Autorità amministrative indipendenti, la Commissione nazionale per la società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, della Banca d’Italia, nonché degli enti pubblici economici e degli organi di rilievo costituzionale”. Gli organi costituzionali quali la presidenza della Repubblica, le Camere e la Corte costituzionale sono stati invitati dal governo a decidere la data di entrata in vigore. Nelle aule dei tribunali, non saranno sottoposti all’obbligo imputati, testimoni e pubblico dei processi.
Nel settore privato è tenuto a possedere e a esibire su richiesta il green pass chi svolge attività di lavoro dipendente o autonomo. L’obbligo di certificazione è esteso anche ai consulenti, che devono esibire la certificazione verde al momento dell’ingresso in azienda.
I controlli, anche per chi effettua prestazioni esterne, spetteranno ai datori di lavoro, che dovranno individuare formalmente i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni. I controlli dovranno essere effettuati preferibilmente all’accesso dei luoghi di lavoro e possono essere effettuati anche a campione. Chi non dispone controlli rischia una sanzione da 400 a 1.000 euro.
Le sanzioni
Nel pubblico chi non ha il green pass è considerato “assente ingiustificato” ed è sospeso dopo il quinto giorno di assenza, senza diritto alla retribuzione. I lavoratori nel settore privato non riceveranno la retribuzione dal primo giorno in cui non presenteranno la Certificazione. In entrambi i casi, i lavoratori non subiranno conseguenze disciplinari e non potranno essere licenziati, ma possono rischiare una sanzione da 600 a 1.500 euro. Per i magistrati ordinari, l’accesso al posto di lavoro senza green pass è considerato un illecito disciplinare, punito in base alla normativa vigente.