Green pass obbligatorio, il governo pensa a una “via italiana”
Con 2.153 nuovi casi registrati in un giorno, il doppio rispetto alla scorsa settimana, il governo discute della possibilità di estendere il green pass anche ad altri servizi sul modello francese. Ma all'”italiana”, come dichiarato ieri dalla Ministra per gli affari regionali Mariastella Gelmini. “Non inseguiamo modelli stranieri, troviamo una via italiana all’utilizzo ampio del green pass per incentivare le vaccinazioni”, ha sottolineato.
L’esecutivo dovrebbe discutere in una cabina di regia in programma per domani quali sono le modalità necessarie a incentivare la campagna vaccinale per evitare nuove chiusure, visto che, di questo passo, in poche settimane alcune Regioni potrebbero superare la soglia dei 50 contagi ogni 100mila abitanti. Su quale potrebbe essere questa via italiana si spacca la maggioranza. Per il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri bisognerebbe adottare le stesse misure decise in Francia, e cioè un pass per entrare in bar, ristoranti, ma anche mezzi di trasporto e centri commerciali e culturali, o la possibilità di presentare prova di un tampone negativo o il certificato di guarigione dal Covid qualora non si sia completato il ciclo di immunizzazione.
“Il green pass non è un mezzo indiretto per imporre l’obbligo vaccinale, bensì un modo per evitare le restrizioni. Con venti-trentamila contagi giornalieri non si chiude più ma si richiede il pass anche per circostanze di vita quotidiana”, ha dichiarato Sileri. Si oppone invece il sottosegretario Andrea Costa, che definisce il green pass “una misura eccessiva e onerosa per le famiglie costrette a pagare il tampone per andare a mangiare una pizza”. “L’unica via per uscire dalla pandemia sono i vaccini”, ha detto Roberto Speranza. L’alternativa al green pass, dunque, è quella di imporre l’obbligo vaccinale.
Ma anche qualora si decidesse di imporre vaccini a tappeto, resta l’incognita della disponibilità, perché he da qui a Ferragosto le dosi sono quasi tutte già prenotate. Quindi, anche chi vorrebbe rispettare la nuova regola non potrebbe perché non troverebbe un posto libero per la somministrazione. Il Pd intanto, che guarda con favore al modello Macron, chiede al governo di rendere obbligatorio il vaccino per gli insegnanti, pur sapendo che non si farà in tempo a far partire la misura prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. E se per Salvini “il modello francese è fuori discussione”, le Regioni si dividono, con Lazio, Campania, Emilia Romagna e Liguria favorevoli, Lombardia e Veneto contrarie.