L’entrata in vigore dell’obbligo di green pass per accedere ai luoghi di lavoro sembra avvenire sotto i più nefasti presagi: tra gli effetti più temuti c’è l’insorgere di alcune categorie di lavoratori che al proprio interno presentano percentuali di non vaccinati molte alte. Tra queste ci sono i portuali. Secondo sindacati e autorità infatti, tra i lavoratori dei porti italiani ci sarebbe circa un 20 per cento di non vaccinati. Un dato pressoché in linea con quello nazionale che però preoccupa per l’importanza strategica rivestita dal settore della logistica. Da qui la circolare del ministero dell’Interno, in cui viene raccomandato di mettere a disposizione test gratuiti per il personale sprovvisto di certificazione verde.
La nota del Viminale, inviata ai prefetti, arriva dopo una riunione di coordinamento interministeriale convocata dalla Presidenza del Consiglio proprio sul tema. Per il timore che una “possibile incidenza di eventuali defezioni dovute alla mancanza di Green pass possa determinare una grave compromissione dell’operatività degli scali e conseguenze altrettanto critiche per il settore e per il relativo indotto economico”, il ministero dell’Interno sollecita gli operatori della filiera della logistica in ambito portuale a mettere a “disposizione del personale sprovvisto di Green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti”.
Per il porto di Trieste la percentuale di non vaccinati sale al 40% dove i portuali dichiarano guerra al green pass: minacciano uno sciopero a oltranza dal 15 ottobre se il governo non farà un passo indietro e rifiutano anche i tamponi gratis. Ne consegue che gli operatori economici operanti nel settore portuale “potranno valutare, nella piena autonomia, ogni possibile modalità organizzativa ai fini dell’acquisizione del green pass da parte dei dipendenti che ne siano sprovvisti”, come si legge nella circolare firmata dal capo di gabinetto Bruno Frattasi.
Lo stesso presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Piero Mauro Zanin ha espresso i propri dubbi. “La disponibilità delle aziende che operano nel porto di Trieste a pagare i tamponi per i lavoratori che ancora non dispongono del Green Pass, pur condivisibile nell’ottica di risolvere un problema contingente, rischia però di creare due pesi e due misure tra i diversi settori economici, e questo sarebbe un grave errore”, ha dichiarato, come riportato da Repubblica. Una soluzione, quella avanzata dal Viminale, definita “inopportuna e contraddittoria” dai rappresentanti del Partito democratico Andrea Romano e Davide Gariglio, membri della commissione Trasporti.
“Tamponi rapidi e gratuiti per i lavoratori (del porto di Trieste) senza green pass, per evitare problemi”, dice Lamorgese. “Ah, ma quindi si può fare! E per gli altri milioni di lavoratori invece zero? Invece delle imprese, a contribuire dovrebbe essere lo Stato. Inadeguata”, è stato invece lo sfogo del leader della Lega Matteo Salvini.