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    Natale con i tuoi, Pasqua pure. L’Italia chiude di nuovo: le nuove regole

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 12 Mar. 2021 alle 12:05 Aggiornato il 12 Mar. 2021 alle 12:46

    Natale con i tuoi, Pasqua pure. L’Italia chiude di nuovo: le nuove regole

    Da lunedì l’Italia entrerà in zona rossa o arancione scuro: fino a 14 Regioni rischiano il lockdown, con negozi e bar chiusi, didattica a distanza e nuove regole sugli spostamenti. Il governo deciderà oggi sui cambi di colore dopo il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, ma il 15 marzo dovrebbe arrivare una stretta definitiva, con divieti che varranno fino al 28 marzo. Poi, l’Italia continuerà a essere blindata fino a Pasqua, quando entreranno in vigore limitazioni simili a quelle del periodo natalizio.

    Lo impongono i dati: la circolazione del Covid-19 è accelerata per via delle varianti inglese e brasiliana, con 25.673 casi e 373 deceduti registrati ieri, e un indice di positività pari al 6,9 per cento. Il Consiglio dei ministri si riunirà oggi dopo l’incontro tra governatori e presidenti di Regione per decidere una volta per tutte le misure per frenare la terza ondata.

    Cosa cambia da lunedì

    I colori delle Regioni

    In base alle indicazioni fornite dal comitato tecnico scientifico la zona rossa (già scattata a livello regionale in Campania, Molise e Basilicata) si dovrebbe attivare automaticamente in quelle regioni e province dove i contagi settimanali superino i 250 casi ogni 100mila abitanti e dove l’Rt è superiore a 1,25. Verso la zona rossa troviamo dunque Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia.

    Ma la soglia di incidenza dei 250 casi è stata superata anche in Trentino Alto Adige, in Emilia-Romagna, e nelle Marche. E sono a rischio rosso anche Lazio, Calabria e Veneto. La Liguria, con un Rt a 1,08 dovrebbe passare in zona arancione, così come la Puglia, dove il governatore Michele Emiliano ha lanciato  l’allarme: “I contagi aumentano da giorni”. In fascia arancione dovrebbero restare Abruzzo e Umbria, mentre la Toscana è in bilico. In giallo dovrebbe rimanere la Sicilia e potrebbe finirci la Sardegna.

    Le regole 

    Mezza Italia dunque rischia di finire in lockdown. Nelle Regioni rosse infatti le regole dovrebbero diventare più rigide rispetto a quelle in vigore, e corrispondere di fatto a un vero lockdown, con un divieto quasi completo agli spostamenti all’interno del proprio comune, salvo che per ragioni di salute, lavoro o necessità, per portare fuori il cane, fare la spesa, fare jogging o raggiungere il luogo di culto.

    Secondo le anticipazioni sul nuovo provvedimento del governo, saranno vietati anche spostamenti al di fuori dal proprio Comune, tranne che per salute, lavoro o necessità. Resta sempre garantita assistenza a persone anziane o non autosufficienti, figli minori o volontariato nell’ambito del Servizio Civile Nazionale e per la gestione dell’epidemia in corso.

    Sarà disposta poi la serrata di tutti i “servizi alla persona”, come parrucchieri e centri estetici, che invece, fino ad oggi, sono rimasti aperti anche nelle zone rosse. Tutti gli istituti di ordine e grado, dagli asili nido alle superiori, dovranno chiudere.

    Solo i disabili o gli studenti con esigenze particolari potranno svolgere lezioni in presenza. Per quanto riguarda gli atenei, le Università potranno decidere quali attività salvare, nel rispetto delle regole. Chiusi anche bar e ristoranti: dalle 18 alle 22 sarà possibile l’asporto solo presso i locali che dispongono di una cucina (come ristoranti o negozi al dettaglio di bar e enoteche).

    Le regole di Pasqua

    Nei festivi e prefestivi le nuove regole varranno per tutta l’Italia, come avvenuto durante i giorni di Natale: vietati i pranzi, gli incontri con più persone non conviventi e le gite, bar e ristoranti saranno chiusi. Si arriverà così a lunedì 5 aprile. Per la settimana successiva dovrà essere pronto il nuovo provvedimento del governo, che si baserà sull’andamento della curva epidemiologica, nella speranza che le prossime chiusure fermino la terza ondata.

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