Giuseppe Cruciani contro Elena Cecchettin: “Io non mi sento colpevole”
Giuseppe Cruciani si scaglia contro Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, la 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, dopo che quest’ultima aveva dichiarato che anche gli uomini avrebbero dovuto fare “un mea culpa”.
“Qui l’unico colpevole è Filippo Turetta, non è né il patriarcato, né l’educazione sessuale che non c’è, né gli uomini in quanto tali. Il colpevole è uno stronzo assassino maledetto che dovrebbe stare in galera tutta la vita” ha dichiarato Cruciani durante la trasmissione radiofonica La Zanzara.
“La vicenda è tragica ovviamente, ma ripetete con me: ‘Io non mi sento colpevole, io non mi sento colpevole, io non mi sento colpevole, io in quanto uomo non mi sento colpevole!’. Io non mi sento colpevole di un emerito cazzo” ha aggiunto il presentatore.
Le affermazioni di Cruciani si riferiscono alle dichiarazioni di Elena Cecchettin: “Gli uomini devono fare un mea culpa. Anche chi non ha mai fatto niente, chi non ha mai torto un capello. Io sono sicura che c’è stato almeno un episodio in cui avete mancato di rispetto a una donna in quanto donna, in cui avete mancato di rispetto a qualcuno solo perché donna, avete magari fatto del ‘catcalling’, dei commenti sessisti con i vostri amici. L’ironia da spogliatoio, come la chiamano, non va bene”.
“Fatevi un esame di coscienza e realizzate questa cosa, e poi imparate da questo episodio e iniziate a controllare, a richiamare anche gli altri vostri amici, perché da voi deve partire questo”.
La sorella di Giulia, poi, aveva concluso: “Noi donne possiamo imparare a difenderci, ma finché gli uomini non fanno un esame di coscienza e non si rendono conto del privilegio che hanno in questa società non andremo da nessuna parte. E veramente, fatelo per mia sorella, non c’è vergogna nel fare questo esame. Non c’è vergogna nell’ammettere di aver sbagliato, perché se poi si cambia è servito, e non c’è nulla di sbagliato, tutti sbagliamo. Però bisogna realizzarlo e bisogna prendere consapevolezza di quello che è il proprio privilegio”.