Orafi di Valenza contro Giulia De Lellis: cosa è successo
Giulia De Lellis finisce nuovamente nel mirino degli attacchi. Questa volta, però, ad andarle contro non sono colleghe o utenti social ma gli orafi di Valenza, comune in provincia di Alessandria celebre per i gioielli. La presidente del consorzio DiValenza Barbara Rizzi, infatti, ha dichiarato che andrà in procura per denunciare l’influencer romana. Il motivo? Una presunta truffa.
Ma facciamo un passo indietro. Qualche giorno fa Giulia De Lellis sui suoi social aveva promosso una campagna vendita di bracciali il cui ricavato sarebbe dovuto andare agli orafi valenziani. “Post Covid tutti gli orafi di Valenza sono fortemente in crisi. Non sono gli unici ma i racconti che mi hanno fatto oggi mi hanno particolarmente colpita. L’intero ricavato della vendita degli accessori sarà devoluto agli artigiani dei gioielli”, aveva detto l’influencer.
Peccato che gli orafi valenzani non fossero a conoscenza dell’iniziativa. Come riporta La Stampa, la presidente del consorzio DiValenza ha spiegato: “Ho pubblicato sul mio profilo Facebook un post in cui chiedevo a chi avesse organizzato la vendita e la raccolta fondi di manifestarsi. In caso contrario avrei trasmesso il video alla procura della Repubblica. Anche perché dopo il volto noto della influencer un’altra promozione dei bracciali era stata fatta da Federica Panicucci pur senza pubblicizzare la vendita di beneficenza. Se non bloccavamo l’iniziativa, qualcuno avrebbe abboccato. Così ho telefonato alla gioielleria Different Class Jewelry chiedendo se era in corso una vendita di bracciali per beneficenza e la venditrice mi ha risposto di sì. Allora mi sono qualificata dicendo che non mi risultava che gli orafi valenzani avessero ricevuto soldi. Dopo un’ora mi è arrivata la telefonata della titolare che diceva: È l’attrice che ha letto male il copione”.
In sostegno di Barbara Rizzi anche Liviano Bellini, fondatore della rivista “Valenza nei marchi” e il presidente dell’associazione commercianti “L’oro dal Po al Monferrato” Franco Stanchi. Anche il deputato della Lega Lino Pettazzi è intervenuto sulla vicenda: “Tutto questo, al momento, fa sorgere alcune perplessità: i prodotti pubblicizzati non sembrano essere di gioielleria ma, piuttosto, bigiotteria; soprattutto, ad oggi, non risulta che alcun orafo di Valenza sia stato destinatario di tali somme benefiche. La viva speranza è quella che lo possano essere in seguito, anche se non mi risulta che siano state coinvolte le associazioni di categoria alle quali molte aziende sono iscritte, soprattutto le più piccole e più bisognose in questa delicata fase”. L’avvocato Massimo Grattarola a cui si è rivolta la presidente Rizzi ha precisato: “Ci sono tutti i presupposti per una denuncia-querela per truffa e la depositerò lunedì. Poi toccherà alla procura vedere se ci sono gli estremi per procedere”.