Cosa sappiamo sulla morte di Giulia Cecchettin, la ricostruzione
Giulia Cecchettin è stata uccisa con diverse coltellate alla testa e al collo: è quanto emerso dall’ispezione cadaverica fatta dal medico legale Antonello Cirnelli direttamente sul luogo dove è stato ritrovato il corpo della 22enne.
La giovane, che presentava anche una ferita alla testa, frutto probabilmente del pestaggio avvenuto sabato scorso e ripreso dalle telecamere di videosorveglianza di una fabbrica della zona, ha cercato di difendersi dal suo assassino, l’ex fidanzato Filippo Turetta. Giulia, infatti, presentava diverse ferite sia alle mani che alle braccia.
Non è chiaro quando Turetta abbia ucciso l’ex fidanzata. Quello che sappiamo finora è che i due trascorrono il sabato pomeriggio in un centro commerciale.
La sera, nei pressi dell’abitazione di lei, tra i due scoppia una lite, così come testimonia un vicino. Giulia Cecchettin sale in macchina, probabilmente costretta da Turetta.
Pochi minuti dopo, intorno alle 23,30, una telecamera di videosorveglianza nella zona industriale di Fossò riprende l’aggressione di Filippo Turetta ai danni di Giulia Cecchettin.
La ragazza scende dall’auto in cerca di aiuto e tenta la fuga, ma viene raggiunta da Filippo Turetta che, a mani nude, la colpisce e la tramortisce, caricando successivamente il corpo della 22enne nell’auto, forse nel bagagliaio.
Da qui inizia la fuga in auto di Turetta, che arriva al lago di Barcis, in provincia di Pordenone, dove, secondo la ricostruzione degli inquirenti, vi è un buco di circa tre ore nei suoi spostamenti.
È in questo lasso di tempo che il ragazzo si disfa del cadavere di Giulia. Quello che non è chiaro è se la ragazza fosse ancora viva o meno prima di essere gettata in un dirupo.
Non è dato sapere quando, dopo averla tramortita, Turetta ha ucciso la sua ex fidanzata con le diverse coltellate di cui prima. Quello che sappiamo, però, è che il ragazzo ha abbandonato il cadavere di Giulia sul ciglio della strada per poi spingerlo giù lungo una scarpata.
Il corpo di Giulia ha rotolato per circa 50 metri finendo la sua corsa in un canalone, dove poi è stato ritrovato da un cane della Protezione Civile.
Si tratta di una zona piuttosto impervia, mentre la strada in cui ha transitato Turetta nel periodo invernale viene chiusa fino al 15 aprile: una circostanza di cui non è chiaro se il ragazzo fosse a conoscenza.
Da lì in poi, Filippo Turetta inizia la sua fuga, tuttora in corsa. L’ultimo avvistamento risalirebbe a mercoledì scorso quando la sua auto, una Grande Punto nera, viene avvistata a Lanza, in Austria.