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    Soldi in cambio di sesso con escort minorenni: giudice espulso dal Consiglio di Stato

    Credit: Unsplash
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 9 Ago. 2024 alle 18:20 Aggiornato il 9 Ago. 2024 alle 18:22

    Il Consiglio di Stato ha destituito un giudice amministrativo condannato in via definitiva per prostituzione minorile. La vicenda – che finora era rimasta secretata – è stata resa pubblica (pur con la copertura delle generalità) di recente proprio nell’ambito del procedimento disciplinare a carico del magistrato. A raccontarne alcuni particolari è il quotidiano Il Messaggero.

    Sul fronte penale, il giudice – all’epoca membro del Consiglio di Stato – è stato condannato per aver consumato o tentato di consumare “atti sessuali con minori in cambio di corrispettivi in denaro o comunque di altre utilità, quali soggiorni in alberghi di lusso, pranzi presso ristoranti costosi ed oggetti di valore”.

    I fatti risalgono al periodo compreso fra l’inverno del 2012 e l’estate del 2013 e riguardano tre ragazzine all’epoca di 16 e 17 anni.

    Il procedimento giudiziario è stato particolarmente tortuoso, con la Corte di Cassazione che si è trovata a pronunciarsi sul caso per tre volte. In una delle sentenze di rinvio, la Suprema Corte ha attribuito al magistrato amministrativo “uno stile di vita ispirato all’instaurazione di rapporti interpersonali con giovani modelle, contattate e incontrate dall’imputato in funzione della realizzazione delle proprie brame sessuali”.

    Alla fine l’allora consigliere di Stato è stato assolto in riferimento a una ragazza, “perché il fatto non sussiste”, mentre è stato condannato in relazione alle altre due, a un anno di reclusione e a mille euro di multa. La sentenza è diventata definitiva alla fine del 2023 e a quel punto è ripartito il procedimento disciplinare, che era stato temporaneamente sospeso.

    Nel proporre la massima sanzione disciplinare, il Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa cita anche alcune delle mail – emersa dagli atti processuali – che il magistrato inviò, con un nome fittizio, alle escort minorenni: “Ciao – scrisse – sono Claudio, giovane professionista, molto carino, simpatico ed educato. Cerco hostess, modella, accompagnatrice bellissima presenza, classe ed eleganza. 500 + spese viaggio”.

    Oppure: “Nel caso in cui pensassi che io sia un povero sfigato qualsiasi, ti allego idonea documentazione fotografica”. E allegava una foto che lo ritraeva in intimità con una giovane donna, definita “Top model under 18 mi bacia appassionatamente”.

    Il giudice sostiene di non aver mai posto in essere, né tentato di compiere, atti sessuali con minorenni. Il suo avvocato difensore, inoltre, oppone l’inammissibilità delle contestazioni di fatti per i quali era intervenuta l’assoluzione.

    In 150 anni di storia, solo in altre quattro occasioni il Consiglio di Stato era arrivato a espellere un giudice.

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