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    “Pfizer liberi la licenza e consenta a tutti di produrre il vaccino anti-Covid”: parla Gino Strada

    Gino Strada Credits: Twitter
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 16 Feb. 2021 alle 13:28 Aggiornato il 16 Feb. 2021 alle 13:29

    Ogni cittadino canadese ha a disposizione in media 5 dosi di vaccino contro il Covid. Su 10 cittadini kenyoti, invece, solo uno potrà vaccinarsi. Queste sono le crude proporzioni della pandemia, che evidenziano sempre di più il gap tra ricchi e poveri, sia sul piano individuale che fra gli Stati.

    Ad intervenire sulla disuguaglianza dovuta alla distribuzione dei vaccini è, ancora una volta, Gino Strada. “Se, con molte incertezze – ha detto il medico di Emergency – i nostri piani vaccinali si propongono di raggiungere un’immunità significativa entro il 2021, i Paesi poveri arriveranno allo stesso traguardo non prima del 2023. La straordinaria mobilitazione della comunità scientifica internazionale ha portato alla messa a punto di alcuni vaccini contro il Sars-CoV-2 in tempi incredibilmente brevi. Sono il frutto di un enorme investimento di denaro – grazie anche a oltre 100 miliardi di dollari forniti dai governi – di competenze, di tecnologia e sono anche la dimostrazione che – nel mondo globalizzato in cui viviamo – condivisione degli obiettivi e collaborazione possono portare risultati formidabili. Eppure l’approccio alla pandemia come problema globale sembra essersi fermato qui”.

    Sono i dati a parlare: le nazioni ricche, dove risiede il 14 per cento della popolazione mondiale, hanno finora opzionato il 53 per cento dei vaccini più promettenti: Moderna e Pfizer-BioNTech. E se Oxford-AstraZeneca si è impegnata a fornire il 64 per cento della sua produzione ai Paesi in via di sviluppo, si parla di dosi sufficienti a immunizzare al massimo il 18 per cento della popolazione mondiale entro il 2022.

    Gino Strada la mette anche su un altro piano, quello economico. Se non si riuscirà a garantire una protezione immunitaria a livello globale, infatti, i danni finanziari saranno altissimi. Secondo uno studio commissionato dalla Fondazione per la ricerca della Camera di commercio internazionale (Icc), l’economia globale rischia di perdere fino a 9,2 trilioni di dollari se i governi non riusciranno a garantire l’accesso ai vaccini Covid-19 ai Paesi in via di sviluppo.

    “E’ indispensabile aumentare la produzione e abbassare i prezzi – dice Strada – un risultato che potrebbe essere raggiunto se le regole che tutelano la proprietà intellettuale venissero – almeno temporaneamente – sospese”.

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