Durante la puntata di Che Tempo Che Fa Fabio, Gino Cecchettin è stato ospite di Fabio Fazio. «Il discorso è nato da un profondo dolore. Ho una mente razionale e ho cercato di capire dove avessi sbagliato io e dare un aiuto a chi ancora ha la possibilità di salvarsi. Questa mia metodologia, che pratico nel quotidiano, mi ha permesso di analizzare le cause che hanno portato a non avere più Giulia con me», ha detto il padre della 22enne uccisa da Filippo Turetta.
Il padre della giovane Giulia ha pronunciato durante i funerali della figlia un discorso molto forte contro la violenza sulle donne, nella speranza «che la sua morte sia la spinta per cambiare». E ha aggiunto: «Noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali. Dovremmo essere attivamente coinvolti – sottolinea – sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi». Da qui è partito il ragionamento di Gino Cecchettin durante l’intervista sul Nove.
“Il discorso è nato da un profondo dolore, nel cercare di capire quali siano le cause che mi hanno fatto vivere questa tremenda avventura”
Gino Cecchettin a #CTCF pic.twitter.com/5SctA575Tc
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) December 10, 2023
«L’ho fatto con il cuore», spiega l’uomo, parlando dei pensieri che lo hanno attraversato quando ha dovuto scrivere il discorso da leggere al funerale di Giulia, «cercando di trovare una possibile soluzione nel caso ci fosse. Mi trovo mio malgrado a combattere una battaglia di cui non ero praticamente a conoscenza. Avendo vissuto un anno fa un altro lutto molto importante, sono molto cambiato nell’ultimo anno. Devo ringraziare mia moglie Monica per avermi fatto conoscere l’essenza dell’amore. Lei mi ha insegnato molto, e il mio rapporto verso i miei figli in questi mesi è molto cambiato, ho imparato a dir loro quanto gli voglio bene». Quel lutto lo ha portato ad ascoltare di più ai suoi figli, ad aprirsi di più, e a elaborare diversamente le emozioni. «Come ho fato a tenere fuori la rabbia?», spiega oggi, «ho avuto un processo di cambiamento. Ho iniziato a piangere per Giulia già da domenica, ho provato abbia e odio. Ma ho voluto essere e reagire come avrebbe voluto mia figlia. Voglio amare, non voglio odiare».
Gino Cecchettin ha quindi spiegato come le battaglie femministe, contro i femminicidi e contro il patriarcato, che sua figlia Elena ha da tempo intrapreso, siano ora anche le sue. «Quando ho sentito mia figlia Elena parlare di patriarcato mi ha interdetto. Non conoscevo veramente il significato applicato nella società moderna, ora la supporterò nelle sue battaglie», ha proseguito, rispondendo alle domande di Fabio Fazio, «quello dei femminicidi è un problema molto serio che va affrontato nella maniera più drastica. Il tema del possesso, di vedere la donna come una proprietà, è la radice della questione. Dovremmo iniziare a cambiare i nostri atteggiamenti, metterci in discussione, anche dalle piccole espressioni che usiamo ogni giorno. Non sono innocue». Infine, un pensiero alla sua famiglia: «Monica e Giulia sono la mia luce. Elena e Davide stanno abbastanza bene, provati da queste settimane, piangono una sorella che non hanno più ma sono forti».