Ginnastica, deferita l’allenatrice delle azzurre Emanuela Maccarani per i presunti abusi: potrebbe essere licenziata
Violazione dei “principi di lealtà e correttezza”. È questa una delle accuse rivolte alla direttrice tecnica della nazionale di ginnastica ritmica, Emanuela Maccarani, deferita dalla procura federale per il caso dei presunti abusi subiti dalle atlete della nazionale. Assieme alla direttrice dell’Accademia federale di Desio, le autorità federali hanno anche citato la sua assistente Olga Tishina. Entrambe sono indagate anche dalla giustizia ordinaria, con l’ipotesi di maltrattamenti a persone affidate in custodia.
Il caso è scoppiato lo scorso novembre, con la denuncia parte di atlete ed ex ginnaste come le ex farfalle azzurre Nina Corradini e Anna Basta, di abusi, maltrattamenti e umiliazioni pubbliche nell’Accademia di Desio.
Per il procedimento sportivo, l’accusa è di aver adottato “metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici”, violando l’articolo 7 del Codice etico della Federazione ginnastica d’Italia (FgI) e l’articolo 2 del Codice di comportamento sportivo del Coni, che difendono rispettivamente i “principi di lealtà, imparzialità integrità ed onestà” e di “lealtà e correttezza”. Le pene previste vanno dalla semplice ammonizione fino alla radiazione.
Le due allenatrici avranno venti giorni di tempo per far pervenire le proprie osservazioni prima che venga fissata la data di inizio del procedimento, che potrà avere un primo e un secondo grado di giudizio.
Già il 12 febbraio è prevista una riunione straordinaria del Consiglio federale, che potrebbe decidere per la risoluzione di entrambi i contratti. In attesa della decisione, le due allenatrici continueranno a lavorare nell’accademia.