Milano, vandalizzato il Giardino dei Giusti, inaugurato da Liliana Segre un mese fa
Il Giardino dei Giusti di Milano è stato vandalizzato con della vernice rossa. Il luogo era stato inaugurato dalla senatrice a vita Liliana Segre appena un mese fa. Alcuni vandali hanno scritto “Via le ruspe dal Monte Stella” su un segnale stradale del Giardino nato per celebrare gli uomini e le donne che hanno lottato in difesa dei diritti umani e contro i genocidi e i totalitarismi.
A denunciare l’accaduto è stato sabato mattina il presidente del Municipio 8, Simone Zambelli, che ha annunciato un esposto contro ignoti.
“La bellezza è stata rovinata da qualcuno, che nella notte, con scritte sulla segnaletica verticale. Ma ancor più grave la stessa mano ha deturpato le luci dell’Auditorium del Giardino dei Giusti appena inaugurato dalla nostra amata senatrice Liliana Segre. Come Municipio 8 faremo un esposto di denuncia contro ignoti”, ha scritto sui suoi canali social.
Il luogo è contestato da alcuni cittadini del quartiere che non accettano l’ampliamento del Giardino.
Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura del Comune di Milano, ha dichiarato: “Il fascismo è nostro nemico, ci combatte e noi lo combattiamo. Ora non resta che rimetterci al lavoro e sistemare le cose perché tutto sia a posto quando settimana prossima visiteremo il Giardino insieme alla moglie del politico perseguitato sotto il regime comunista, dell’allora Cecoslovacchia, Vaclav Havel”.
“Deturpare l’anfiteatro del Giardino dei Giusti di Milano, da poco riqualificato e inaugurato, non è una provocazione qualunque. Perché non è qualunque il luogo né la tempistica con cui si è manifestata”, dice la segretaria metropolitana milanese del Pd Silvia Roggiani. “La mano che ha imbrattato con vernice rossa un luogo simbolo di Memoria e pace della nostra città, in un momento così delicato per il crescente clima di odio che si sta registrando con le odiose minacce alla senatrice Segre probabilmente non ha agito in maniera così casuale”, scrive in una nota Roggiani.