Emergono nuovi particolari sul femminicidio di Giada Zanola, la 34enne uccisa dal suo compagno all’alba di mercoledì 29 maggio, gettata da un cavalcavia sull’autostrada A24, a Vigonza, in provincia di Padova.
L’assassino, Andrea Favero, 39 anni, arrestato ieri, ha confessato agli inquirenti di essere ossessionato dal rischio che la donna non gli lasciasse più vedere il loro figlio di 3 anni. Negli ultimi tempi la coppia litigava di frequente: Giada stava iniziando una nuova relazione con un altro uomo e Favero viveva ormai “da separato in casa”.
“Era evidente che Giada volesse chiudere la loro storia”, ha riferito a Rainews un amico della vittima, secondo cui l’ormai ex compagno “era abbastanza violento e geloso” e “tra i due c’erano continue discussioni”.
Nel provvedimento con cui la Procura di Padova ha disposto il fermo di Favero per omicidio volontario si legge che, due giorni prima di essere uccisa, la donna aveva confidato a un’amica di essere stata “afferrata per il collo” dall’uomo e le aveva mostrato le foto con le ecchimosi sul corpo riportate dopo questo episodio, confessando “di aver paura”.
La 34enne lavorava in una profumeria a Vigonovo, lo stesso paese di Giulia Cecchettin, anche lei uccisa a 22 anni, lo scorso novembre, dall’ex fidanzato Filippo Turetta.
Giada aveva instaurato una relazione con un altro uomo, una relazione di cui lei stessa aveva parlato a Favero. Secondo il nuovo compagno, potrebbe non essere secondaria la coincidenza che il piano dell’omicidio sia scattato esattamente due giorni prima che la donna prendesse servizio nell’impianto di distribuzione carburanti dove lui stesso lavorava, il che avrebbe reso la loro frequentazione quotidiana.