Genova, 18enne ucciso perché voleva cambiare lavoro: due arrestati
Ucciso e decapitato perché il datore di lavoro non accettava il fatto che la vittima volesse cambiare impiego: è quanto accaduto a Genova lo scorso 23 luglio.
La vittima, il 18enne egiziano Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla, secondo quanto ricostruito è stato assassinato con tre coltellate dal suo datore di lavoro e da un suo complice, Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, 26 anni detto Tito, e Mohamed Ali Abdelghani Ali, di 27, detto Bob, due egiziani da ieri sera arrestati con l’accusa di omicidio e soppressione di cadavere.
Dopo il delitto, i due hanno trasportato il cadavere in una valigia per poi smembrarlo e gettare i resti in mare. Ma una mano trascinata dalla corrente a riva ha permesso agli investigatori di risalire all’identità della vittima e, successivamente, ai suoi assassini.
“Dopo aver trasportato il cadavere di Abdalla Mahmoud Sayed Mohamed da Genova a Chiavari all’interno di una valigia, lo sopprimevano; nello specifico, dapprima tagliavano la testa e le mani dal corpo, e quindi gettavano i resti in mare”: sembra la scena di un film horror, ma è il resoconto che gli investigatori hanno fatto secondo quanto rivelato da La Repubblica.
All’origine del delitto vi sarebbero degli screzi legati alla volontà della vittima di cambiare lavoro: Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla, infatti, lavorava in un barber shop di proprietà di Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel.
L’uomo che, spesso si lamentava delle sue condizioni di lavoro, era intenzionato a dimettersi. Da qui probabilmente la discussione con il datore di lavoro e l’efferato omicidio avvenuto proprio nell’appartamento di Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel.