Ci sarebbero motivi economici legati al traffico di droga dietro l’omicidio di Manuel Di Palo, 37enne ex militante di CasaPound ucciso ieri pomeriggio in centro a Genova con un colpo di pistola al culmine di una lite: a sparargli è stato Filippo Garibaldi, 43enne portuale della Compagnia Unica Lavoratori Merci Varie vicino agli ambienti No Vax. Poco dopo aver premuto il grilletto, si è rifugiato nella chiesa della Santissima Annunziata, dove – in stato confusionale – ha detto al sacrestano di chiamare la polizia, ammettendo il reato.
Jean Pascal Colì, l’uomo che ha effettivamente chiamato le forze dell’ordine, ha riferito che Garibaldi era “sconvolto e aveva indosso ancora dei guanti da lavoro”. Il portuale, esponente di spicco di “Libera Piazza”, associazione No Vax e No Green Pass, avrebbe sparato a Di Palo al culmine di una lite che pare essere legata a motivi di droga che coinvolgono la compagna di Giribaldi. Alcuni testimoni hanno detto di aver sentito i due discutere di denaro.
Il diverbio sarebbe iniziato in Salita San Bartolomeo del Carmine, dove sono stati esplosi alcuni proiettili andati a vuoto. I due si sarebbero rincorsi fino in via Polleri, dove Di Palo è stato colpito per due volte. Era già noto alla giustizia, condannato nel 2020 a 8 mesi per aver accoltellato una persona due anni prima: si trattava di un antifascista che stava affiggendo alcuni manifesti non lontano dalla sede genovese di CasaPound. Anche Giribaldi è conosciuto alle forze dell’ordine, in passato è stato segnalato per violenza e stalking.