Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    I portuali di Genova scioperano contro la nave che imbarca armi per la guerra in Yemen. E noi?

    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 19 Giu. 2019 alle 14:02 Aggiornato il 19 Giu. 2019 alle 15:06

    Genova nave armi Yemen sciopero portuali | Domani a Genova scioperano i portuali. Ancora. Filt-Cgil, con il sostegno della Camera del lavoro di Genova, ha dichiarato uno sciopero per tutti i lavoratori destinati al materiale bellico sulla nave Bahri Jazan, sorella di quella Bahri Yambu che già aveva ricevuto lo stesso trattamento lo scorso 20 maggio. Navi che trasportano materiale bellico verso l’Arabia Saudita, in barba a tutte le convenzioni internazionali.

    > Nave delle armi, vincono i portuali di Genova: l’imbarcazione saudita ha lasciato l’Italia senza caricare materiali militari

    “Pensiamo di poter dare un contributo al nascere di una discussione pubblica rispetto ad un problema grave come quello della guerra nello Yemen, dove negli ultimi 3 anni e mezzo, il conflitto ha provocato oltre 10mila morti e dove più di 22 milioni di persone si trovano in situazioni di estremo bisogno e dipendenti per la propria sopravvivenza dagli aiuti umanitari”, affermano Filt Cgil e Camera del Lavoro in una nota.

    E hanno ragione da vendere: il conflitto in Yemen è una delle guerre più taciute nel dibattito pubblico in questi ultimi anni, dove tutti sono pronti a dichiararsi pacifisti per poi diventare proni di fronte agli interessi commerciali [qui le ultime notizie sullo Yemen].

    Yemen: le bombe made in Italy che uccidono i civili. L’inchiesta di TPI svela il business di armi tra Arabia Saudita e Italia

    È una storia lunga che inizia con lo scorso governo (e c’era il Movimento 5 Stelle sulle barricate, quegli stessi che oggi governano e non proferiscono parola, vabbè) e continua imperterrita come se nulla fosse, con l’Italia, sempre così intenta a cacciare le navi dei migranti, che allarga le braccia per accogliere invece le navi di morte (morte vera, lo dicono i numeri e lo dicono le numerose testimonianze fotografiche che ci mostrano i civili coinvolti nel sanguinoso conflitto).

    Genova nave armi Yemen sciopero portuali | Ma la domanda forse è un’altra. Ma siamo davvero sicuri che il coinvolgimento del nostro Paese in un conflitto bellico che sta portando morte e distruzione sia davvero qualcosa che riguardi solo i portuali?

    Siamo sicuri che domani alle 6, al varco Etiopia di Genova, si riduce una questione che è grande come una casa e che non riesce a infilarsi nel dibattito pubblico?

    Siamo sicuri che la politica, che si scanna in guerre fratricide su Twitter oppure che si impenna per un congiuntivo sbagliato non abbia un minuto, un minuto soltanto, per non fare cadere nel vuoto la questione e per metterla in agenda?

    Ma non dovremmo aiutarli a casa loro? Come si coniuga questa volontà con l’esportazione di armi prodotte in Italia e che seminano morte in un conflitto che l’Onu ha già dichiarato illegale?

    Ma davvero una guerra non ci interessa se non sentiamo l’odore del sangue, non ascoltiamo le urla straziate e non scavalchiamo i cadaveri in giro per strada? È in questo sovranismo egoistico che viene voglia di abbracciarli, quei portuali.

    Questa notte a Cagliari, di nascosto, una nave cargo ha caricato bombe per lo Yemen

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version