L’inchiesta “Concorsopoli” all’università Statale di Milano, per la quale sono indagati 24 professori, tra cui il noto l’infettivologo Massimo Galli, si definisce con nuovi elementi ed accuse. In procura sono state puntellate le ricostruzioni dei pm Luigi Furno e Carlo Scalas, che guidano le indagini coordinati dall’aggiunto Maurizio Romanelli. Due in particolare sono gli accusatori di Galli: Massimo Puoti, il direttore del reparto Malattie infettive del Niguarda, e Maria Rita Gismondo, direttrice di Microbiologia clinica al Sacco.
Puoti sarebbe stato penalizzato in uno dei bandi sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati. Il medico ha confermato che si trattava di un bando preconfezionato per favorire nettamente il suo concorrente. Dall’altra parte la virologa Gismondo ha detto di essersi opposta, in un altro bando, alla formazione di una commissione composta da persone fedeli a Galli, che avrebbero poi privilegiato le candidate da lui indicate per l’assunzione a tempo determinato di quattro dirigenti biologi presso l’Asst Fatebenefratelli Sacco.
Nella sua ricostruzione, dunque, Puoti ha già confermato quanto emerso dalle intercettazioni agli atti della Procura. Al telefono con la moglie, infatti, il medico del Niguarda diceva: “Il concorso che avevo fatto a Milano, hanno valutato i titoli e m’hanno fregato”. Puoti è stato così estromesso dal bando per un posto da professore di seconda fascia presso il dipartimento di Scienze biomediche e cliniche al Sacco. Al suo posto è stato scelto Agostino Riva, meno titolato di lui ma fedelissimo del professor Galli. Puoti ha un indice H-index (criterio per valutare quantità e impatto scientifico dei lavori di un autore) doppio rispetto a Riva, ma alla fine – secondo i nuovi parametri tarati da Galli – Riva batte Puoti 69,01 a 66,04.
“Sono riusciti a fregarmi sui titoli.. – diceva Puoti alla moglie – abbastanza penosi…”. Quando si rende conto di non poter vincere il concorso, il direttore del reparto Malattie infettive del Niguarda si mostra comunque cordiale con Galli, e in cambio ottiene la promessa di essere appoggiato, nell’immediato futuro, nei prossimi bandi. “Il mio appoggio ce l’avrai – assicura l’infettivologo spesso presente in tv – in tutte le sedi possibili eh”.
Nella sua deposizione, Gismondo avrebbe anche allargato ulteriormente le accuse nei confronti del popolare virologo, parlando dell’uso – a suo dire – non appropriato dei laboratori di infettivologia del Sacco che Galli avrebbe concesso in uso anche a privati. Accuse pesanti sulle quali ora la procura cercherà di far luce con nuove indagini.